Imola. A poco più di un mese dall’avvio dei saldi, Ascom Imola – Confcommercio traccia il consueto bilancio dell’andamento delle vendite di fine stagione. In base all’indagine condotta in collaborazione con il Centro studi e ricerche Iscom Group (che ha svolto anologhe indagini che hanno interessato imprese commerciali del comparto abbigliamento e calzature dei principali comuni dell’Emilia Romagna), è emerso un tenore delle vendite in saldo abbastanza contenuto, che ha mantenuto solo in parte le premesse rassicuranti dei primi giorni di sconti.
L’andamento complessivo è tutto sommato discreto, orientato ad una generale stabilità: rispetto allo scorso anno la spesa nei saldi invernali è risultata stabile per il 41% degli operatori intervistati, in aumento per il 15% e in diminuzione per il 44%.
«Sull’andamento non particolarmente brillante dei saldi fino ad ora – commenta il presidente di Ascom Imola – Confcommercio, Danilo Galassi – ha senza dubbio pesato la lieve contrazione dei consumi percepita dalle famiglie tra fine 2010 e inizio 2011. I nostri operatori continuano ad investire con fiducia nello strumento dei saldi, ma hanno dovuto rivedere al ribasso, almeno fino ad ora, le prospettive iniziali».
La principale causa della contrazione dei consumi nel periodo dei saldi – contrazione avvalorata da una recente indagine Istat e rilevata a livello nazionale dall’indagine sui consumi del Centro studi Confcommercio – va addebitata alla crisi economica (per il 35% degli intervistati). Elementi ricorrenti tra le motivazioni indicate dal campione sono la concorrenza di altre formule commerciali, in particolare la grande distribuzione, gli outlet e il cambiamento delle abitudini di consumo (12%). Proprio dall’indagine si rilevano alcune interessanti indicazioni rispetto ai comportamenti di consumo degli acquirenti: si conferma la grande attenzione al prezzo da parte della clientela (per il 44% dei commercianti intervistati), accanto alla tendenza a limitare l’acquisto in saldo solamente allo stretto necessario (41% del campione).
«Siamo di fronte ad un processo di acquisto che si è molto professionalizzato – prosegue il presidente Danilo Galassi – ed è basato sempre di più su un’attenta valutazione qualità-prezzo. La crisi ha accelerato questo fenomeno, dato che le famiglie si sono trovate a dover razionalizzare gli acquisti per mantenere, ove possibile, lo stesso stile di vita».
Un dato avvalorato dal fatto che, secondo l’11% degli operatori intervistati, molti consumatori concentrano i propri acquisti, anche quelli strettamente necessari, quasi esclusivamente nel periodo dei saldi. In base all’indagine, rispetto allo scorso anno la tipologia di prodotti che ha registrato il maggior incremento delle vendite è costituita dalla fascia di prodotti di marca con prezzo medio (37%) o alto (20%). A conferma del fatto che la clientela ricerca nei saldi il capo di qualità e si orienta soprattutto verso la fascia di livello medio-alta, valutando con attenzione il rapporto qualità-prezzo. Gli acquisti si sono concentrati in particolare in prodotti di maglieria e capospalla, soprattutto piumini, complice probabilmente la stagione fredda. La spesa media pro-capite si è attestata, nel circondario imolese appena sopra gli 80 euro rispetto ad una media regionale che si aggira sui 94 euro.