Imola. La Funzione pubblica Cgil segnala, con una lettera indirizzata al direttore generale dell'Ausl, il «malessere nel quale si trovano gli operatori dell'Ausl di Imola”. “Ormai da mesi, purtroppo, molti settori dell'ospedale si trovano in carenza di organico, ciò crea un sovraccarico di lavoro agli operatori che quotidianamente svolgono la loro professione con coscienza e dedizione. I lavoratori si sentono ostaggi dell'Azienda: non esiste più una programmazione normale dei turni perché sfasata dalle continue variazioni, dai rientri, dalle cosiddette ‘lunghe’: in queste condizioni smaltire le ferie diventa un lusso».
Quindi ferie da smaltire e turni massacranti, tanto da far dire ai sindacati che non è più possibile continuare in questo modo. «Molti dipendenti devono ancora usufruire di quasi tutte le ferie del 2009 che devono essere smaltite per legge, entro giugno 2011. I più colpiti sono i settori della chirurgia, urologia e il Dipartimento medico… Questo ci fa supporre che molti operatori sono riusciti negli ultimi anni ad effettuare solo i 15 giorni di ferie ‘obbligatorie estive’. Ci sembra veramente poco. A ciò si aggiungano pure i ritmi elevati di lavoro. Lo stesso operatore deve avere sotto controllo tutta l'assistenza e la cura erogata al paziente, agendo nel caos del reparto: parenti che chiedono informazioni, campanelli che suonano, altri professionisti che chiedono spiegazioni… Come può lo stesso operatore agire in tale contesto con la dovuta tranquillità e non essere preoccupato di incorrere in errori? Errori figli non della presunta trascuratezza da parte del personale o semplicisticamente a causa di ‘dipendenti fannulloni’ – come più volte definiti dai rappresentanti del governo – ma del sistema frenetico nel quale si trovano ad operare i lavoratori, anche per effetto della normativa restrittiva sulle risorse economiche messa in atto da questo Governo e, di conseguenza, dalle Aziende sanitarie le quali diminuiscono le necessarie assunzioni del personale».
Nonostante diversi incontri e assicurazioni per la sostituzione dei pensionamenti, non vi sono certezze: «Mancano certezze sulle sostituzioni. In questo momento, quindi, non è possibile attendere una sostituzione a 3 mesi dal pensionamento che diventano poi 5/6 mesi per lo smaltimento delle ferie dell'operatore stesso o per problematiche nelle assunzioni, perché il personale è sfinito dai continui rientri e dai carichi di lavoro. Crediamo che – sebbene i numeri del personale di per sé non abbiano subito delle grandi variazioni in questi anni – ci sia un sovraccarico di lavoro dovuto soprattutto alla mancata sostituzione delle gravidanze, dei permessi della Legge104, dei part-time e delle aspettative obbligatorie per legge oltre che per le lungaggini delle sostituzioni dei pensionamenti. Ci teniamo a ribadire che sono diritti sanciti dal contratto nazionale di lavoro e dalla normativa vigente. Non è sostenibile però che non vengano sostituiti perché tutto questo va a ricadere sugli operatori della sanità imolese e di conseguenza sui cittadini».
Il rischio che vedono i sindacati è che oggi il servizio sanitario sia visto come un costo da abbattere e non per la sua funzione principale: curare le persone con la dignità dovuta. «In questo modo i servizi sanitari, che sono stati sempre un fiore all'occhiello per la politica locale e per i cittadini del circondario imolese, stanno subendo un drastico calo di qualità».
Di fronte a questa situazione la Funzione pubblica della Cgil chiede che venga attivata la procedura di assunzione nel momento stesso che viene attivata la domanda di uscita (per i primi 6 mesi del 2011 sono previste 27 uscite), che vengano sostituite le gravidanze, che vengano garantite le sostituzioni delle aspettative, delle leggi 104 e che venga garantito al personale lo smaltimento delle ferie residue dell'anno 2009 entro il 30 giugno 2011, ricordando che senza assunzioni si verificherebbe uno svuotamento di personale in servizi essenziali. «Il personale non può attendere oltre! Se l'Ausl di Imola non può assumere, allora qualcuno, il direttore o il sindaco di Imola, deve prendersi la responsabilità di ridurre i servizi che vengono erogati attualmente, informando allo stesso tempo il cittadino! Non si possono mantenere gli stessi servizi a scapito dei lavoratori e della qualità di cura!».