La portata globale dei problemi connessi con il riscaldamento terrestre spesso suggeriscono ai singoli individui che non c’è molto da fare se non rassegnarsi all’inevitabile. Il più delle volte ci si giustifica affermando che una vera soluzione al problema può venire solo dal livello internazionale, nel corso di quelle grandi conferenze di cui sentiamo parlare nei giornali soprattutto in merito ai loro fallimenti. In realtà la sfida dei cambiamenti climatici globali si gioca prevalentemente a livello locale e questo è sempre più evidente agli occhi dei politici più preparati ed attenti. Tra questi sicuramente c’è l’Unione europea, colei che maggiormente sta lavorando a livello internazionale per far adottare delle risoluzioni condivise da tutti i principali emettitori.
Il Patto dei sindaci
L’Unione europea tuttavia, oltre a questo suo grande impegno a livello globale, si è accorta che solo operando dal basso è possibile raggiungere gli ambiziosi obiettivi che si è posta (il famoso 20/20/20). Per questo motivo nel 2008 la Commissione europea ha lanciato il “Patto dei sindaci”, un progetto a cui hanno fino ad ora aderito 672 città europee.
Che cos’è questo Patto? Si tratta di documento programmatico di poche pagine al quale singole città, indipendentemente dalla loro grandezza, possono volontariamente aderire qualora ne condividano gli obiettivi. Questi obiettivi sono una riduzione delle proprie emissioni di CO2 di almeno il 20% entro il 2020, riduzioni da raggiungere mediante un sostegno attivo alla diffusione delle energie rinnovabili, interventi per un uso più efficiente e razionale delle risorse e una consapevolizzazione della popolazione locale circa la loro centralità nel raggiungere questi obiettivi.
Si tratta di obiettivi molto ambiziosi certo, ma così posti rischiano di rimanere mere espressioni teoriche senza essere seguite da una reale azione delle singole amministrazioni comunali. Ed è proprio qui che entra in gioco la parte più innovativa di questo progetto europeo. Infatti, qualora un Comune decidesse di aderire a questo Patto, entro un anno è obbligato a redigere un “Piano d’azione per l’energia sostenibile” (Paes), all’interno del quale devono essere definiti precisi obiettivi quantitativi ed efficaci azioni per raggiungere questi obiettivi. La mancata redazione di questo Piano entro un anno dalla firma del Patto, porta ad una esclusione dallo stesso. Ogni due anni inoltre, pena sempre l’esclusione dal Patto, bisognerà redigere un rapporto sullo stato di attuazione del piano, in cui bisognerà fornire gli elementi necessari per valutare come ci si sta effettivamente muovendo verso il raggiungimento degli obiettivi. E questo è molto importante in quanto oltre ad un controllo dall’alto (Unione europea), consente anche ai singoli cittadini di valutare se e quanto la propria amministrazione comunale si sta impegnando sul tema.
Perchè aderire al Patto?
A questo punto credo sorga spontanea la domanda perché fare tutto questo? Cosa ci guadagno dall’assumermi come amministrazione un impegno di tale portata? In realtà i motivi per i quali vale la pena aderire sono molti e tutti di grande interesse. Il primo è meramente economico. Per le amministrazioni comunali che decidono di partecipare al Patto, sono previsti degli aiuti finanziari dell’Unione europea. Tra questi finanziamenti, il più importante, è quello soprannominato “Elena”, un finanziamento a fondo perduto del 90% sugli studi di fattibilità tecnici presentati dai Comuni. Altri benefici riguardano il fatto di entrare in stretto contatto con Comuni di tutta Europa (esistono infatti conferenze europee annuali e incontri nazionali), potendo in questo modo trarre utili indicazioni sulle misure adottate da altri paesi e dal successo che queste hanno avuto negli altri Comuni. Permette cioè di inserirsi in una rete europea molto viva e dinamica dalla quale trarre linfa vitale per il successo del proprio piano locale. Altra grande opportunità derivante dall’adesione al Patto riguarda la possibilità di avvalersi della consulenza tecnica qualificata di appositi uffici istituiti tanto a livello europeo che all’interno del ministero dell’Ambiente italiano. Infine un ulteriore beneficio è la visibilità internazionale della città che l’adesione a questo tipo di Patto può dare. Da aggiungere a tutto questo i benefici economici che è possibile ottenere utilizzando meglio le risorse di cui si dispone, dall’energia al calore, dai trasporti ai nuovi posti di lavoro che si possono creare.
E l'Emilia Romagna?
Come già ricordato le città partecipanti al “Patto dei sindaci” sono oltre 600, di cui 13 in Emilia Romagna. Nella lista però non rientra nessuno dei Comuni del Circondario imolese. Ritengo tuttavia che l’adesione a questo Patto potrebbe essere una grande sfida per il nostro territorio, tanto per la politica che per il ricco tessuto sociale ed economico. I Cambiamenti globali sono già tra noi, non dobbiamo voltare la testa. Basta vedere i dati dell’Arpa Emilia Romagna per accorgersi immediatamente come proprio lungo il Santerno le temperature medie negli ultimi trenta anni siano aumentate e come anche le precipitazioni medie annue siano diminuite. Inoltre con molta maggiore evidenza è sotto gli occhi di tutti l’incertezza crescente legata all’approvvigionamento internazionale di quel gas e petrolio che illumina e riscalda le nostre case.
Tutto questo rende evidente la necessità di agire ora, agire per garantirci la salvaguardia del nostro benessere e della nostra sicurezza. Il “Patto dei sindaci” rappresenta per noi singoli cittadini la certezza che le amministrazioni comunali che ci rappresentano stiano veramente lavorando per la protezione del nostro benessere. Un Patto ben fatto infatti, prevede un coinvolgimento pieno e attivo dei singoli cittadini, cittadini che potranno quindi fare affidamento ad un sistema europeo molto efficace per far sentire la propria voce. Spingiamo quindi i nostri Comuni ad aderire a questa iniziativa. Diventiamo davvero protagonisti del nostro futuro, della lotta ai cambiamenti climatici globali. Questa sfida globale è un problema locale. Una sfida nella quale ciascuno di noi ha molto da guadagnare e poco da perdere. Ma non ci si può più tirare indietro. Bisogna agire ora! (Denis Grasso)