Dozza (BO). Per sensibilizzare la cittadinanza sui rischi legati al consumo di alcol, giovedì 28 aprile, ore 20.30, si terrà si terrà l'ultimo dei due incontri organizzati dall’associazione “G. Rambaldi” per l'impegno sociale e dal comune di Dozza, in collaborazione con Ausl Imola e Acat Bologna Nord.
L’incontro dal titolo “Stili di consumo e rischi alcol correlati”, sul quale interverrà la dott.ssa Lucia Galli, si terrà presso il Centro sociale orti comunali in via Chiusure 9 a Toscanella. Un appuntamento per sensibilizzare sulle conseguenze dell’uso di alcol, una sostanza tossica che, in qualsiasi quantità, è causa diretta di malattia e grave fattore di rischio per incidenti stradali, sul lavoro e domestici.
“Il fenomeno alcol è sempre più complesso – spiega Lucia Galli, psichiatra responsabile del settore alcologico dell’unità operativa Dipendenze patologiche dell’Ausl di Imola –. I forti bevitori di vino sono in calo, mentre sta aumentando il consumo di birra, super-alcolici ed aperitivi, soprattutto fra le donne ed i giovanissimi. Fra i ragazzi si è diffusa una modalità di consumo dell’alcol condivisa dal gruppo di appartenenza e finalizzata ad aumentare il divertimento (uso ricreativo) e le performances (uso prestazionale). L’alcol è visto come un mezzo di socializzazione, risponde ad un bisogno di realizzazione adulta ed è, a volte, utilizzato per trasgredire, superare i limiti. Assistiamo inoltre alla tendenza fra i giovani a consumare alcol per la ricerca dello stordimento (binge drinking), e a volte in concomitanza o come porta di ingresso ad altre sostanze, come la cocaina o l’ecstasy”. La dottoressa continua spiegando che la cultura del bere trova un potente alleato nei media, che propongono il consumo di alcol associandolo a immagini di persone vincenti. “L’abuso di alcol per le nuove generazioni, è un nemico più subdolo rispetto alle droghe perché non viene percepito come pericoloso, e la sottostima del rischio, troppo spesso anche da parte degli adulti, porta a liquidare come inevitabili incidenti di percorso” conclude Galli.
Utile a tal fine è l’esperienza dei Club alcolisti in trattamento (Cat).
Sul nostro territorio esistono 4 Cat, a cui partecipano famiglie e persone con problemi alcolcorrelati e complessi. “I Cat sono comunità multifamiliari nella e della comunità locale. Le famiglie, le persone, s’incontrano per smettere di bere ed avviare e consolidare il cambiamento del loro stile di vita – spiega Tiziano Gioiellieri, referente del Cat 150 Valle del Santerno -. Il Cat si basa su due tipi d’approccio: quello ecologico-sociale, secondo cui i problemi alcolcorrelati sono la conseguenza di uno stile di vita della persona, della famiglia e di relazioni difficili nella stessa, nella propria comunità, nel lavoro, e quello famigliare-sistemico, secondo il quale i problemi riguardano tutta la famiglia, le persone che sono in relazione con la famiglia e quindi tutta la comunità in cui si vive. L’obiettivo del club quindi è di stimolare il cambiamento delle famiglie e delle persone, recuperando le relazioni significative dentro e fuori la famiglia e migliorandone la qualità della vita. I Club favoriscono la promozione della salute in collaborazione con altri nodi della rete territoriale, tenendo conto dell’importanza di rendere concreta questa apertura verso la collettività”.