Il voto del 15 e 16 maggio ha detto molto e, forse, molto ancora potrà dire nel quadro politico nazionale. Intanto ha detto che il vero sconfitto di questa tornata elettorale è Silvio Berlusconi, che ha scommesso sulla sua persona come elemento trainante del centrodestra, che ha impostato la campagna elettorale come una sorta di referendum sulla sua persona. Ed è stato sconfitto. A Milano la Moratti perde nettamente da Pisapia. Berlusconi non raccoglie nemmeno la metà dei consensi della tornata precedente. Così nelle grandi città, quasi ovunque è avanti il centrosinistra. E’ vero tra quindici giorni ci saranno i ballottaggi, e tutto potrà tornare come prima, anche se l’impressione è che qualcosa in Italia stia cambiando. Se si va a vedere dentro al voto ci si rende conto che il Pdl cala drasticamente ovunque rispetto a tutte le precedenti tornate elettorale (quando i suoi voti erano dati dalla somma tra Forza Italia e Alleanza nazionale) e la Lega, per la prima vola da tempo, non approfitta di questo calo.
La gente è stanca delle liti, del parlare a vuoto, delle battaglie sui tanti problemi del premier e non sui problemi delle persone, sfiancate da una crisi senza fine e da una “cagnara” televisiva ormai insopportabile.
Il Pdl in questi anni si è trasformato da un partito di centro in un partito di destra, perdendo per strada gran parte della sua anima moderata a discapito delle ali più estreme non solo rappresentate dalla Lega, anzi… E ciò sta pesando.
Così come hanno pesato i tanti cattivi consiglieri e gli spargitori di fango.
Poi il premier ci ha messo del suo con gli attacchi sconsiderati ai magistrati, i comizi paradossali davanti al tribunale, i tanti “bunga bunga” sparsi tra le sue numerose ville.
Di tutto questo ne ha approfittato il centro sinistra che ha vinto quasi ovunque nelle grandi città (sempre comunque aspettando la verifica dei tanti ballottaggi). Ma anche in questo caso sono tanti i segnali da cogliere, soprattutto da parte del Pd.
Infatti il centro sinistra vince bene soprattutto in quelle realtà dove presenta candidati emersi dalle primarie (vedi Milano), i quali in gran parte non sono quelli che il Pd appoggiava. Vince bene Pisapia, ma vince anche il giovane vendoliano Zedda a Cagliari. Insomma spesso i candidati ufficiale del Pd non convincono, mentre gli outsider delle primarie trionfano poi nelle elezioni. Emblematico il caso di Napoli, dove, dopo il pasticcio delle primarie, il Pd ha presentato l’ex prefetto Mario Morcone, che è arrivato terzo, saltando il ballottaggio con il centrodestra, al quale andrà invece Luigi De Magistris, candidato dell’Italia dei Valori e della sinistra.
Oppure, venendo più vicino a noi, il caso di un piccolo comune della Vallata del Santerno, Castel del Rio, dove il candidato ufficiale del Pd è stato sconfitto da una lista civica presentata dall’ex sindaco, pure lui Pd, Alberto Baldazzi. Il risultato di una lotta intestina al Pd, in seguito ad una candidatura calata dall’alto.
Ma ciò che maggiormente deve fare riflettere il centro sinistra, che andando a leggere i dati, non cresce più di tanto rispetto alle precedenti tornate elettorali, sono i successi delle liste alla sua sinistra. A cominciare dall’Italia dei Valori, che di sinistra non sarà, ma che sempre più spesso va di braccetto con le forze della sinistra. Proseguendo con Vendola che sta raccogliendo ciò che ha seminato sulla strada di una riunificazione a sinistra. Per finire con il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e dei tanti giovanissimi che si sono spesi in questa campagna elettorale. Sarà pure un voto di protesta, ma il 10% a Bologna e a Rimini, e i tanti altri voti raccolti un po’ in tutta Italia devono fare riflettere e capire che dietro alla protesta c’è un qualcosa d più. Forse un segnale che i giovani, e non solo loro, non hanno più voglia di delegare e vogliono diventare protagonisti.
La sensazione è che questo voto abbia dato una spallata un po’ a tutto il quadro politico tradizionale (Pdl in calo, Lega ferma, il Terzo polo che non sfonda, il Pd che non avanza, la sinistra di Rifondazione e dei Comunisti italiani che si riduce a poca cosa) a favore di nuovi gruppi e movimenti, e, soprattutto, a favore di volti credibili, puliti, che sappiano parlare al cuore e alla testa delle persone. (Valerio Zanotti)
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Centrosinistra Virginio Merola, candidato Pd a Bologna, non era un candidato forte e ha collezionato una bella serie di gaffe, però ha saputo stare in mezzo alla gente e ha vinto al primo turno, seppur di pochi decimali (50,46%) sbaragliando il candidato leghista Manes Bernardini, lasciato attorno al 30% (lo sosteneva anche il Pdl). Ad agevolare la vittoria Pd sono state le divisioni fra gli avversari, ad ostacolarla, invece, la bella affermazione dei grillini, al 9,5%. (ma.c)
Centrosinistra avanti anche a Trieste: Roberto Cosolini dopo 175 sezioni scrutinate su 238 si attesta al 40,44% contro il 27,70% di Roberto Antonione. Così come a Cagliari dove il candidato di centrosinistra Massimo Zedda è al 46,56% contro il 43,56% di Massimo Fantola (centrodestra). Entrambe le città andrebbero comunque al ballottaggio.
Centrosinistra davanti in gran parte delle grandi città che sono andate la voto in questa tornata elettorale. A Torino Fassino passa la primo turno, dopo 600 sezioni scrutinate su 919 ha raggiunto il 56,95%, lasciano al 26,94% il candidato del centrodestra Michele Coppola. Anche a Bologna si profila una vittoria la primo turno per Virginio Merola, candidato del centro sinistra. Dopo 205 sezioni scrutinate su 449, Merola è al 51,86%. Manes Bernardini, candidato Pdl e Lega Nord, è al 29,26%. Ottimo risultato del Movimento 5 Stelle, il cui candidato Massimo Bugani ottiene il 9,55%.
A Milano, test elettorale per la tenuta di Berlusconi, sorprende il vantaggio del candidato di centrosinistra Giuliano Pisapia che con il 47,88% (dopo 583 sezioni su 1251) lascia Letizia Moratti (centrodestra) al 41,75%. Significativi anche i primi dati sulle preferenze, con Silvio Berlusconi che si era presentato capolista della lista di centrodestra. Ebbene secondo le proiezioni vi sarebbe un calo drastico dei consensi personali. Interessante la situazione di Napoli, dove solo alcuni mesi fa si pensava che il centrodestra avrebbe trionfato al primo turno. Il centrodestra è comunque in testa, ma il suo candidato Giovanni Lettieri (dopo 206 sezioni scrutinate su 886) non va oltre il 37,78%. Nella spaccatura del centrosinistra emerge Luigi De Magistris (Italia dei Valori, Prc, Pdci, Partito del sud) che con il 26,13% si candida al ballottaggio, sorpassando il candidato del centrosinistra Mario Morcone che si attesta al 21,26%.
Bologna. Virginio Merola, candidato sindaco del centrosinistra, potrebbe farcela al primo turno. Dopo 205 sezioni scrutinate su 449 Merola è al 51,86%, lasciano Manes Bernardini, candidato Pdl e Lega Nord, al 29,26%. Ottimo risultato del Movimento 5 Stelle, il cui candidato Massimo Bugani ottiene il 9,55%. Stefano Aldrovandi con la sua lista civica si attesta al 4,85%. Daniele Corticelli con la lista civica “Bologna Capitale” si ferma al 2,93%. Michele Terra del Partito comunista dei lavoratori è al 0,80%.
Castel del Rio cambia: vince Alberto Baldazzi.
Bertinoro (FC). Nevio Zaccarelli fa il bis. Il sindaco uscente (lista civica “Insieme per Bertinoro”, appoggiata dal centrosinistra) vince con il 62,51%. Stefano Lolli (lista civica “Punto a capo”) si ferma al 19,79%. Matteo Milandri (Lega Nord) ottiene il 9,06%. Silvia Federici (Sinistra – per Bertinoro) il 6,47%. Martino Balelli (Partito comunista dei lavoratori) il 2,15%.
Gatteo Mare (FC). Il centrodestra sbanca e fa suo il Comune. Gianluca Vincenzi, a capo della lista civica “Gatteo che vorrei”, ottiene il 43,70%, lasciando Leopoldo Raffoni della lista “Gatteo Domani”, sostenita dal centrosinistra, al 35,71%.
Proiezioni. Continuano gli aggiustamenti sulle proiezioni. A Milano Pisapia allunga e viene dato al 46,5% contro il 42,5% della Moratti. 5,5% a Palmeri della Lista civica – Udc. Calise del Movimento 5 Stelle è al 3,5%. A Bologna Merola del centrosinistra è al 48%, Bernardini (Pdl e Lega Nord) al 32%, si conferma Bugani del Movimento 5 Stelle al 10%. a Napoli Lettieri del centrodestra è al 43%, De Magistris (Idv e sinistra) al 23%, Morcone (centrosinistra) al 19%. Infine a Torino Fassino potrebbe farcela al primo turno. Le proiezioni lo danno al 53,5% contro il 30 del candidato di centro destra Coppola. Con questa situazione di profilerebbero ballottaggi a Milano, Bologna e Napoli.
Monghidoro (BO). Monghidoro. Il sindaco torna al centrosinistra. A scrutinio ultimato Alessandro “Ronny” Ferretti (lista Progetto civico) ha ottenuto il 61,7% contro il 38,3% di Lorenzo Marchioni (Pdl e Lega Nord).
Affluenza. Definitivi i dati dell’affluenza. A Ravenna per le Provinciali ha votato il 66,55%, contro il 65,70 del 2006. Nelle comunali: a Bologna ha votato il 72,80% (76,38% nel 2009). In controtendenza Castel del Rio (Imola) con l’80,71% in crescita rispetto al 2009 (78,22). Guarda il dato dell’affluenza in Emilia Romagna >>>
Bologna. Il primo vincitore degli exit poll è il Movimento 5 Stelle, che secondo le prime proiezioni raggiunge il 9%, costringendo Merola (centrosinisra) a 47% il che significherebbe ballottaggio.
Napoli. Lettieri del centrodestra veleggia la 42%. Il centrosinistra di divide tra Luigi de Magistris al 23% (Idv e Sinistra) e Morcone al 21,5%. Se il voto conferma gli exit poll al ballottaggio andrà De Magistris.
Proiezioni. Ecco i primi exit poll. Si profila un testa a testa tra Moratti e Pisapia a Milano. A Bologna è davanti Merola del centrosinistra, a Napoli Lettieri del centrodestra, ma entrambi sotto al 50%, il che significa ballottaggio. Intanto è certo il calo di elettori per comunali e provinciali.
Continuano le proiezioni. Sembra profilarsi un testa a testa sia a Milano che a Napoli. Centrosinistra davanti a Torino e Milano.
Cattolica (Rimini). Drastico calo di votanti a Cattolica: 67,46% contro il 75,77% delle precedenti elezioni.
Milano. Secondo le proiezioni di Piepoli a Milano di profilerebbe un testa a testa e quasi certamente si andrebbe al ballottaggio.
Castel del Rio, affluenza in crescita. A Castel del Rio (Bologna, colli imolesi) ha votato l'80,71% degli aventi diritto contro il 78,22% delle precedenti consultazioni, a Gaggio Montano il 73,11% contro il 79,47% e a Monghidoro il 74,38% contro il precedente 78,15%.
Intention poll di Sky
Urne chiuse. Da qualche minuto sono iniziate le operazioni di scrutinio. In attesa degli exit poll previsti per le 16, Sky ha già comnicat qualce dato, emerso dalle intention poll, le intenzioni di voto dichiarate prima di entarre in cabina elettorale. A Milano la Moratti (centro destra) si attesta al 47,5 e Pisapia al 43% che significherebbe ballottaggio. Fassino (centro sinistra) a Torino con il 52% (Coppola al 33%) eviterebbe il secondo turno. A Bologna Merola (centro sinistra) è dato al 50% (Bernardini al 31%), Lettieri (centro destra) a Napoli al 41%, in vista un altro ballottaggio.
Votanti in calo
La prima notizia certa è che i votanti sono in calo, forse un ulteriore segno di disaffezione verso al politica e i politici. La seconda è sul nucleare: il referendum, voluto dal presidente della Regione Sardegna per tastare il polso agli elettori in vista della scadenza nazionale del 12 e 13 giugno ha raggiunto il quorum, si vedrà poi nel pomeriggio come si sono divisi i Sì e i No. Il quesito era chiaro: “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate e preesistenti?”. Tuttavia il voto non aveva effetto abrogativo, ma puramente consultivo.
Le urne intanto si sono riaperte alle 7 di questa mattina, per chiudersi definitivamente alle ore 15, quando inizieranno gli scrutini. Verso le 16 le prime proiezioni.
Il voto del 15 e 16 maggio, coinvolgendo circa 13 milioni di italiani, è un test importante per la politica italiana. Il governo si gioca la sua resistenza, già scossa da diversi problemi che a più riprese ne hanno messo i discussione la sua capacità di tenuta. L’opposizione cercherà di capire se la sua azione politica di questi mesi ha dato frutti. Certo che una sconfitta, o anche un pareggio risicato, non è certo un buon segnale per il centro sinistra, che dimostrerebbe che, pur di fronte ad una profonda crisi del sistema berlusconiano, non riesce a proporsi come un’alternativa credibile. E poi ancora, il voto aiuterà a capire di più sulla consistenza del Terzo polo e se lo strappo di Fini ha in qualche modo pagato. Infine la sinistra: un test importante, soprattutto per Niki Vendola, alla ricerca di una leadership non tanto e non solo a sinistra, appunto.
In Emilia Romagna si vota solo per la Provincia di Ravenna, mentre sono 46 i Comuni che sono andati al voto, tre i capoluoghi: Bologna, Rimini, Ravenna. Nel territorio imolese unico Comune che cambierà sindaco è Castel del Rio, il paese della Vallata del Santerno dove il primo cittadino uscente si è dimesso per ragioni di salute. Nel faentino e nella Bassa Romagna si vota solo per la Provincia di Ravenna. (Valerio Zanotti)