Bologna. La crisi morde ancora, soprattutto nel mercato interno, allora a tirare ci pensa l’export. Questo è quanto emerge da uno studio di Confartigianato, che mette in evidenza un aumento medio nazionale delle esportazione emiliano romagnole nel 2010 pari a +15,7% rispetto al 2009. In valore assoluto parliamo di oltre 41 miliardi di euro, con circa 9,5 miliardi nella sola provincia di Bologna e poco più di 9 miliardi nel modenese. Così l'Emilia-Romagna conferma il proprio ruolo di primo piano nell'economia nazionale piazzandosi al terzo posto per il valore delle esportazioni, dopo Lombardia (91.546 milioni) e Veneto (44.264 milioni).
Il dato per province ci dice che Milano ha esportato il 10,4% del totale dei beni esportati dall'Italia nel 2010. Al secondo posto Torino con 16.182 milioni di euro (5,1% del totale); a seguire Vicenza con 12.838 milioni di euro, pari al 4% del totale. La provincia di Bologna ha esportato per 9.526 milioni di euro; Modena, con 9.080. Poi Ferrara con 1.742 milioni, Forli'-Cesena a 2.294, Parma 4.859, Piacenza 1.968, Ravenna 2.898, Reggio Emilia 7.277, Rimini 1.491.
Secondo Confartigianato tale tendenza positiva viene in parte confermata nei primi mesi di quest'anno. Infatti le nostre merci “viaggiano” bene  verso la Turchia (a febbraio 2011 le vendite dei prodotti italiani sono aumentate del 41,4% rispetto a febbraio 2010), i Paesi del Sud Est asiatico (+36,8%), la Cina (+35,5%), la Russia (+31%), la Germania (+24,1%). Rallenta, anche per ovvie ragioni, l'export verso il Nord Africa, dove nei primi tre mesi del 2011 le vendite di beni made in Italy sono calate del 6,4%, pari ad una diminuzione in valore di 186 milioni di euro.
Tra i beni più richiesti nel primo bimestre 201 prodotti dalla lavorazione dei metalli, prodotti chimici, apparecchi elettrici, mezzi di trasporto, gomma e materie plastiche, prodotti tessili e dell'abbigliamento, prodotti alimentari.