Egr. direttore,
ho letto nei giorni scorsi la lettera “Io ho spiegato a mio figlio perchè serve il nucleare” pubblicata sul vostro sito. Mi permetto solo alcune riflessioni sugli effetti delle radiazioni prendendo come riferimento la lettura della ricerca effettuata dall'Università di Mainz, su incarico dell'Ufficio Federale tedesco per la Protezione dalle radiazioni in prossimità delle centrali nucleari. La ricerca è estesa a tutti i siti nucleari tedeschi, nel periodo 1980/2003: i risultati pubblicati nel 2008, mostrano nei bambini viventi nel raggio di 5 Km, un incremento di tumori embrogenetici del 160%, della leucemia del 220%. Commenta lo scienziato I. Fairlie su “Environmental Health” (2009, 8, 43): “Dosi derivanti dalle emissioni di radiazioni dai reattori su embrioni e feti nelle donne gravide possono risultare più elevate di quanto si supponesse”. Seguono raccomandazioni per avvisare i residenti in loco. L’Ufficio Federale ha dichiarato: “Lo studio presente conferma che in Germania c’è una correlazione tra la distanza della casa dalla centrale nucleare e il rischio di sviluppare un cancro (leucemia in particolare) entro 5 anni dalla nascita”.
Altresì, si può leggere su legambienteontine.it il commento di Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente: “Crediamo, infatti, che scegliendo l'atomo l'Italia riaprirebbe la porta ad una tecnologia costosa e già vecchia, peraltro dichiarata pericolosa anche da agenzie per la sicurezza nucleare di Francia, Finlandia e Gran Bretagna”. La riprova della veridicità dei dati è confermata in questi giorni dalla scelta di uscita dal nucleare di Germania e Svizzera.
Credo che, in considerazione dell'attività ventennale di giornalista indipendente, l'autore dell'atto “pedagogico”, abbia trascurato un aggiornamento più puntuale su temi così importanti come le radiazioni nucleari. Ricordo che tutto questo è avvenuto ben prima della tragedia di Fukushima. (Franco Sebastiano)