Ravenna. La manifestazione “Il diritto contro la tortura” prosegue venerdì 24 giugno alla piazzetta degli Ariani con due eventi: si inizia alle ore 17.30 con l’inaugurazione della mostra “I cospiratori di Lincoln” con fotografie del 1865, conservate dalla biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. La storia narra che, durante la guerra di secessione americana, un gruppo di attori teatrali del sud venne scoperto poco prima di attuare il rapimento di Abraham Lincoln, capo dei nordisti. Il gruppo fu poi condannato a morte. Si tratta di ritratti e panoramiche di profonda intensità curate dall’associazione Osservatorio fotografico ed allestite presso Longo souvenir.
Alle ore 21.30, dopo un rinfresco offerto al pubblico, la manifestazione proseguirà con lo spettacolo teatrale “Difetto di fabbrica”, che nasce dall’incontro tra l’autore e regista Gianluca Foglia “Fogliazza” e Gina Gatti, donna cilena oggi residente in Italia. Fogliazza ha realizzato anche un graphic novel intitolato “Once de Septiembre”, ispirato alla vicenda personale della Gatti, che sotto il regime di Pinochet fu incarcerata e torturata. “Difetto di fabbrica” sarà l’occasione per scoprire ciò che è parte dell’immaginario collettivo, ovvero il torturatore è un uomo sadico, che prova piacere nell’infliggere dolore fisico. Nulla di più sbagliato in quanto esiste una vera e propria scientificità nell’addestrare persone, fra le più diverse, a diventare prima indifferenti e poi torturatori. Gli esseri umani infatti sono dotati di regole e conoscerne il sistema comporta la possibilità di gestirne il libero arbitrio: trasformare una persona qualunque in un obbediente torturatore si avvicina allo stesso processo biologico e scientifico col quale si indottrina una persona a comprare un determinato prodotto o a votare una determinata etichetta politica. “Difetto di fabbrica” non è solo un progetto per raccontare un esperimento di psicologia sociale che sconvolse il mondo accademico e che tuttora è volutamente disconosciuto (l'esperimento sull'obbedienza all'autorità di Stanley Milgram del 1961) ma anche per puntare il dito contro una gravissima carenza giuridica italiana: infatti in Italia non esiste ancora il reato di tortura e questo spiega il perché, dopo il G8 di Genova, i massimi capi d’imputazione sono stati quelli di abuso d’ufficio, il reato che più si avvicina alla tortura in Italia.
Per informazioni: www.difettodifabbrica.blogspot.com