Imola. “Sono ormai 17 le iniziative negli ultimi nove mesi che come Peace Maker e Collettivo Spazio Sociale organizziamo per porre il problema della mancanza di uno spazio sociale autogestito”. Inizia così il comunicato del circolo culturale che, dal 1994 al 2007, ha dato vita “ad un’esperienza libertaria basata sulla condivisione di uno spazio fisico in cui settimanalmente si sono alternati concerti, dibattiti, mostre e quant’altro, sempre con lo scopo di proporre elementi di confronto e di lotta politica, all’insegna di un fermo spirito antifascista, in ogni sua accezione”.
Lo spazio fu poi abbandonato a causa della demolizione prevista dal Piano regolatore comunale, così “da circa quattro anni una città di 70000 abitanti come Imola è priva di spazi culturali autogestiti”.
Nel frattempo, Peace Maker e Collettivo Spazio Sociale si sono rimboccati le maniche per ottenere “da un’Amministrazione comunale che spende milioni di euro in autodromi e strade a scorrimento veloce, uno spazio dove poter continuare il percorso iniziato diciassette anni fa. Un Comune che si vanta di organizzare una manifestazione come Imola in Musica non riesce a muovere un dito per sbloccare una situazione in stallo da anni, per uno spazio sociale che ha ospitato migliaia di ragazzi e gruppi, sia locali che internazionali”.
Soltanto nel 2011 “abbiamo già avuto due incontri con il sindaco, ed un terzo era in programma ma non si è misteriosamente ancora tenuto; colloqui nei quali il sindaco è sistematicamente caduto dalle nuvole fingendo di non conoscere la situazione né gli incontri tra le parti degli anni passati, dimostrando ancora una volta che né lui né l’Amministrazione sono minimamente interessati a risolvere il problema né a concedere uno spazio ad una realtà viva capace di autorganizzarsi al di fuori del loro controllo”.