Nella prima giornata, animata da un numero di spettatori maggiore (25.000), rispetto alla seconda (15.000), si sono esibiti da headliner gli Iron Maiden. La band britannica ha dato vita, come suo solito, a uno spettacolo impressionante, come ci si poteva aspettare da oltre 35 anni di esperienza. Bruce Dickinson e soci hanno corso sul palco per due ore, regalando uno show indimenticabile, con scenografie all'altezza della loro tradizione live. Lo show è stato aperto con “The final frontier”, title track dell'ultimo lavoro, che sta portando gli Iron Maiden in giro per il mondo più di un anno: un tour lunghissimo, cominciato dopo una breve pausa dai 13 mesi del “Somewhere back in time tour”, che li ha portati annche a Bologna, nel 2009, per celebrare il trentennale dell'album che li consacrò definitivamente a livello mondiale. Come allora (e come sempre), anche a Imola l'enorme Eddie “The Head” (il loro simbolo) è spuntato alle spalle della batteria di Nicko McBrain durante “The Trooper” e si è presentato barcollante alla fine, durante “Iron Maiden”. Infiammabile la mezz'ora di bis, dove la band ha ripassato diversi suoi classici, pietre miliari della storia dell'Heavy Metal.
Degni di nota anche gli show di tutti gli altri artisti della giornata; le fiammate e i riff distorti degli Slipknot, attesissima band, hanno reso un momento di vera adrenalina, insieme ai leggendari Motorhead e tutti gli altri. Anche la giornata di domenica 26, con meno spettatori, ha regalato uno spettacolo emozionante. Gli headliner Linkin Park hanno infiammato il pubblico con il loro sound che alterna rap, elettronica e metal, con anche un pizzico di suoni afro. Di grande impatto anche i My Chemical Romance e i divertentissimi Sum 41 con il loro punk californiano alla American Pie. Grande attesa anche per gli Alter Bridge, nel pomeriggio.
Esame superato quindi per la città di Imola, che si è aggiudicata l'evento di importanza continentale e che dovrà farne tesoro per dare al pubblico eventi di qualità. (el.an. ma.c.)