Imola. Un’economia che faticosamente sta cercando di uscire dalla crisi, ma che deve dimenticare i livelli di qualche anno fa: questo è ciò che emerge dall’assemblea nazionale delle cooperative industriali promossa dall'Associazione nazionale delle cooperative di produzione e lavoro (Ancpl) di Legacoop, che si è svolta il 6 luglio nella sala convegni della 3Elle. Una realtà che raggruppa circa 500 cooperative, 80 delle quali in Emilia-Romagna e realizzano il 70% del fatturato complessivo (pari a quattro miliardi di euro nel 2010).
L'indagine congiunturale svolta dall'Ancpl conferma che “per il primo semestre 2011 un trend di moderato ottimismo che va rinforzandosi per quanto riguarda il fatturato, inoltre si inverte la tendenza negativa che ha caratterizzato il 2010 rispetto al fatturato estero che viene considerato ora in aumento”.
“E’ necessario spingere sui processi di internazionalizzazione – ha affermato Carlo Zini, presidente Ancpl-, che non possono prescindere dalla capacità di innovare e di tessere alleanze”.
Se il 2009 è stato senza dubbio l'anno peggiore per il settore industriale, il 2010 chiude invece con qualche segno positivo, ma lontano dai livelli pre-crisi. La ripresa di utili e fatturato “ha consentito di dare nuovo impulso agli investimenti, che sono aumentati nel 2010 dell'11,6%”, mentre per l'occupazione, “si conferma un limitato ricorso ai principali ammortizzatori sociali ed il trend atteso per il 2011 è di ulteriore riduzione del ricorso a tali strumenti”.
L'Ancpl ha presentato durante l’assemblea anche un focus su 33 cooperative. Per il 2010 si parla di un lieve recupero di fatturato (4,1%) che “sembrerebbe confermarsi per il 2011, anche se dall'analisi per comparto emergerebbe una sostanziale frenata per l'esercizio in corso per i produttori di beni di consumo (-0,8%) e un calo per le cooperative del settore metalmeccanico (- 4,8%)”, ad eccezione dell'imolese Sacmi.
La crescita dei fatturati e' “sostenuta dallo sviluppo dei mercati esteri (+10,15% nel 2010)”, ma “preoccupa” il calo degli utili: -8,9% nel 2010 e -2,8% nel 2011. Nel complesso, le coop industriali “sul piano finanziario stanno mantenendo un buon equilibrio fra fonti proprie e di terzi anche se le perdite che si sono sommate degli ultimi esercizi iniziano a compromettere i patrimoni”. Infine, “si conferma la tenuta occupazionale (+0,9% nel 2010 e -1% nel 2011) e la contrazione del ricorso agli ammortizzatori sociali”. Per quanto riguarda in particolare il territorio imolese, per Sergio Prati, presidente di Legacoop Imola , guardando i dati del 2010 rispetto al 2009 “si potrebbe parlare di indici positivi e segnali concreti di ripresa”: pero' se il raffronto lo si fa con il 2008, sottolinea Prati, “dobbiamo ancora recuperare 245 milioni di euro di fatturato”, con 285 addetti fissi che hanno perso il lavoro ed un utile ridotto di due terzi. Quindi “per il 2011 e soprattutto il 2012 si profila uno scenario complesso da affrontare con molta cautela”, conclude Prati.
Non solo numeri, ma anche proposte, come ad esempio quella lanciata dall’assessore regionale a Lavoro e Formazione professionale, Partizio Bianchi: “Facciamo un accordo, affinchè insieme ci facciamo carico del sistema formativo e dell'istruzione tecnica in Emilia-Romagna. Se poi lo facciamo diventare sistema del Paese, ancora meglio. Dalla scuola professionale per diventare falegnami al dottorato in elettronica ci sia sempre qualcuna delle vostre Imprese, che, curando il proprio interesse, curi l'interesse della regione e del Paese”. Bianchi chiede una sorta di “atto cooperativo in più”. Una proposta accolta da Giuliano Poletti, presidente nazionale di Legacoop: “La proposta di Bianchi va accolta perchè il mondo cooperativo ha l'obbligo di immaginare un futuro e non possiamo che immaginarlo in una dimensione in cui la conoscenza, la formazione e la valorizzazione delle nostre persone è un perno fondamentale”.