Imola. Si chiama Sils (Single incision laparoscopic surgery) e si tratta una tecnica laparoscopica avanzata che permette di intervenire praticando sui pazienti un solo foro di entrata, di 1,8 cm di diametro. Con questa tecnica, lo scorso 5 luglio, il dottor Stefano Artuso, primario della Chirugia imolese, ha effettuato due interventi di colecistectomia (asportazione della cistifellea). Un nuovo passo in avanti per la chirurgia di Imola, da tempo “esperta” nella chirurgia mini invasiva o laparoscopia, una metodica che permette di intervenire chirurgicamente sull’addome effettuando solo dei tagli molto piccoli.
Se per Imola già questo costituisce una novità, visto che la tecnica è comunque recente e per praticarla è necessaria una competenza ed una esperienza specifica, in questo caso è stata utilizzata per la prima volta in Italia una nuova apparecchiatura recentemente importata dagli States che, attraverso l’uso di strumenti flessibili e la miniaturizzazione, ottimizza gli standard di manovrabilità, sicurezza e sensibilità pur con un solo accesso di 1,8 cm.
“Negli anni ’80 si riteneva che il grande taglio facesse il grande chirurgo – spiega il dr Stefano Artuso – mentre l’avvento della chirurgia laparoscopica ha dimostrato che su colecisti, colon, surrene, stomaco ed altri organi, questa tecnica garantisce lo stesso risultato e lo stesso rischio di complicanze di quelle tradizionali, con il vantaggio indiscutibile della minor invasività. Negli ultimi anni, ci si è ulteriormente concentrati nel ridurre le incisioni, per essere meno invasivi possibile. Sono quindi nate tecniche che ci permettono di accedere alla cavità addominale attraverso orifizi naturali o, come in questo caso, attraverso cicatrici naturali già esistenti, come l’ombelico”.
La difficoltà maggiore di questa tecnica era dovuta al fatto che facendo passare più strumenti attraverso un unico accesso gli strumenti rigidi perdevano in manovrabilità e non trasmettevano l’adeguata sensibilità all’operatore, la nuova apparecchiatura usata martedì scorso per la prima volta in Italia, garantisce la flessibilità e la miniaturizzazione necessarie per riportarci agli standard originari di manovrabilità, sicurezza e sensibilità.”
Ora vi è la possibilità che questa tecnica sia utilizzata di routine dall’equipe chirurgica di Imola: “I positivi risultati ottenuti in questi primi interventi indicano che questa strada è certamente da percorrere per garantire al paziente l’efficacia dell’intervento con un ridottissimo impatto fisico e psicologico ed una rapida ripresa della propria normalità –  conclude Artuso -. La direzione intende quindi investire in questo senso. I due pazienti operati martedì scorso sono già stati dimessi dall’ospedale e stanno davvero bene”. Ce lo conferma il sig. Paolino, imolese che si sente in ottima forma: “Sono stato molto soddisfatto del trattamento ricevuto e dell’esito di questo intervento. Sono stato bene fin da subito e a soli due giorni dall’intervento sono tornato a casa, alle mie normali abitudini. Per questo devo ringraziare i chirurghi e gli operatori del nostro ospedale”.