Imola. Dietro al parcheggi del Centro Leonardo c’è un palo molto alto con una serie di pannelli: il palo ospita tre gestori telefonici e, alla sua base, ci sono degli amplificatori di potenza. “Su richiesta di un cittadino imolese, sono andato a controllare il campo elettromagnetico emesso da un ripetitore di telefonia mobile – ci racconta Gian Franco Bonanni, presidente del Comitato a tutela dei diritti -. Alcuni pannelli sono puntati su un palazzone giallo di via Beccaria, distante circa 200 metri”. Ricordiamo che l’unità di misura per il campo elettromagnetico generato da radiofrequenze è il V/m cioè il “volt per metro” e nessuno sa con quale criterio scientifico-medico sia stata stabilita una soglia legale di pericolosità di 6 V/m. “Ho riscontrato, all’interno di una abitazione, valori intorno ai 3 V/m con picchi di 4 – 4,5 il ché non esclude picchi di oltre i 6 V/m negli orari di punta, ma… è tutto normale ed ora spiego il perché – continua Bonanni -. Le misure effettuate dal cittadino, nemmeno se si tratta di un Radioamatore con licenza ministeriale, quarantennale esperienza in radiofrequenze e munito di apparecchiature professionali, non sono legalmente riconosciute: solo l’Arpa è riconosciuta! Io posso progettarmi un’apparecchiatura ricetrasmittente, posso costruirmela in casa, posso autocertificare che è assolutamente a norme e posso usarla sulle frequenze consentite ma se mi permetto di dire di aver letto un valore a rischio su uno strumento identico a quello che usa l’Arpa… la legge dice che io non so leggere!”.
Ma, l’Arpa i controlli li fa… “Certo, ma prima di fare un controllo avverte il proprietario del sito. E’ molto semplice andare a ridurre la potenza in gioco semplicemente girando una manopola! Provate a pensare quanta droga troverebbe la Polizia se avvisasse il trafficante: ‘Gentile presunto trafficante di droga, la informiamo che domani verso le 9 del mattino, verremo a perquisire la sua abitazione… vuole essere così gentile da essere presente?”
Ma Bonanni contesta anche il metodo di valutazione del rischio. “Le misurazioni Arpa vengono ricondotte ad un valore settimanale medio! Si possono ‘sforare’ i limiti legali, già assurdamente alti, ma se la media settimanale del valore rientra nel canone stabilito per legge, tutto è a posto. Ma un valore di elettrosmog troppo alto, anche per breve tempo, potrebbe innescare, in qualche cellula del nostro corpo, una alterazione che prosegue il suo ‘lavoro’ anche dopo cessata la causa che l’ha prodotta! Non esistono studi che possano smentire questo e sfido qualsiasi luminare o scienziato, non pagato dalla parte in causa, disposto a controfirmare una dichiarazione in tal senso”.
E allora? “In Italia non esiste nemmeno un centro studi specializzato in materia, sono troppo grandi gli interessi in gioco. L’Associazione per le malattie da intossicazione cronica e ambientale (Amica) dice che in Inghilterra l’Agenzia per la protezione della salute ha lanciato un invito ai genitori affinché limitino l’uso dei cellulari ai figli: c’è il sospetto di poter sviluppare tumori cerebrali e danneggiare il nervo acustico, come ha dimostrato uno studio dell’Istituto di Medicina ambientale Karolinska, in Svezia. Il Centro disordini del sonno di Edison, nel New Jersey, dice che il sonno degli adolescenti sarebbe a rischio per l’uso eccessivo di iPad e cellulari prima di addormentarsi. Sul sito de ‘Il Faro’ leggo: ‘L’esposizione alle radiazioni da cellulari è il più grande esperimento sulla salute umana mai compiuto’, ha commentato in calce al rapporto L. Lloyd Morgan, primo firmatario del documento. ‘Un esperimento avviato senza il consenso informato e che ha circa 4 miliardi di partecipanti arruolati. La scienza ha dimostrato un aumento nel rischio di tumori del cervello derivante dall’uso dei cellulari, così come un aumento del rischio di tumori agli occhi, alle ghiandole salivari, ai testicoli oltre che leucemia e linfomi non-Hodgkin. Il pubblico deve essere informato di ciò’. Il problema è planetario, il businnes è planetario e il disinteresse dei governi pure, ma cosa devo dire io a quel padre di due figli?”.