Faenza. Open Data, la disciplina dell’Open Government, significa più trasparenza e partecipazione diretta dei cittadini alle scelte dell’Amministrazione comunale attraverso l’uso delle nuove tecnologie della comunicazione. La Ragioneria del Comune di Faenza ha avvia questa nuova “era” pubblicando sul sito istituzionale una prima serie di dati. “Abbiamo raccolto la sfida e siamo partiti pubblicando in formato aperto commenti e tabelle relativi agli ultimi due bilanci approvati, il previsionale 2011 ed il consuntivo 2010 – commenta l’assessore al Bilancio Claudia Zivieri -, consapevoli di poter migliorare molto perché stiamo muovendo i nostri primi passi in un contesto innovativo come quello dell’Open Data, ma determinati ad investirci perché convinti che oggi il libero accesso e riutilizzo dei dati sia un passaggio necessario per il rinnovamento delle istituzioni nella direzione di apertura, trasparenza e partecipazione”.
Grazie all’Open Data è molto più facile trovare risposta a tante domande, ad esempio: quanto spende il mio comune per la manutenzione delle strade, gli asili o l’assistenza agli anziani? Raffrontato con gli altri comuni è tanto o poco? Qual è l’andamento della spesa per investimenti negli anni del mio comune? Quanto pesano i tagli ai trasferimenti dallo Stato? E’ proprio vero che il Patto di Stabilità condiziona così tanto i conti del comune? E’ vero che molti dati rilasciati dagli enti sono già pubblici, e dunque accessibili, ma solitamente sono pubblicati su carta (e dunque da chiedere in copia all’ente) o, nella migliore delle ipotesi, pubblicati sui siti istituzionali, però in formati digitali non rielaborabili. L’Open Data vuole invece rendere questi dati finalmente accessibili e comprensibili anche e soprattutto ai non addetti ai lavori, mettendoli a disposizione allo stato grezzo e disaggregato, facilmente estraibili e rielaborabili, lasciando – laddove possibile – all’iniziativa privata lo sviluppo di programmi per la loro rielaborazione, consultazione e fruizione. Sebbene la spinta a liberare i dati sia più avanzata in altri paesi (Stati Uniti e Gran Bretagna in testa), anche in Italia l’interesse e la cultura al riguardo stanno sensibilmente aumentando.