Imola. Arriva sempre dal territorio imolese, dopo i mal di pancia su via Roncaglie del sindaco Daniele Manca e del segretario Pd di viale Zappi Marco Raccagna, un altro missile contro il sindaco di Bologna Virginio Merola “colpevole” di aver defenestrato il Passante Nord con tutti i problemi che avrebbe creato per le città vicine e per l'ambiente.

A intervenire stavolta è l'on. Daniele Montroni: “Il superamento delle Provincie e la diretta consegna nelle mani dei sindaci della programmazione strategica su area vasta, accompagnata dalla scelta di un modello di governance che ne affida la massima rappresentanza al sindaco del Comune capoluogo (Merola, ndr) con evidente cessione di sovranità da parte degli altri territori, non può prescindere dalla messa in campo di una pianificazione condivisa, pena il venire meno di una visione unitaria di un territorio che per storia, cultura e vocazioni è ardito definire 'metropolitano' (ma non era stato il sindaco Daniele Manca a voler entrare nella Città metropolitana? Ndr). Non si tratta di applicare un metodo o del rispetto formale di una disposizione di legge. Come si usa dire: il problema è politico. Attiene alla consapevolezza di assumersi la responsabilità di esercitare una funzione che produce effetti oltre i confini comunali e allunga lo sguardo su un territorio vasto che travalica lo stesso perimetro della Città metropolitana. Se questa consapevolezza ha avuto un peso nella decisione presa, di certo non è risultata evidente. La Città metropolitana è questo. Se invece qualcuno la vive come perdita di autonomia e qualcun altro, eliminata la provincia, come la possibilità di decidere anche per gli altri, andiamo a sbattere in fretta e cosa ancor più grave, rinunciano ad esercitare una funzione che dovrebbe aiutare il superamento del policentrismo regionale”.

“Qui mi fermo per quanto attiene una valutazione politica continua Montroni – perché la questione si fa più seria se la giudico dal lato del Circondario imolese. Per noi il Passante nord è stata l'infrastruttura stradale di riferimento al momento di decidere la viabilità di collegamento con Bologna. Ricordo la rinuncia al prolungamento della tangenziale da San Lazzaro a Imola in entrambi i sensi di marcia, il non insistere per un nuovo casello autostradale posizionato tra Ozzano e Osteria Grande, il mancato potenziamento della via Emilia con una nuova strada parallela, il considerare non prioritaria la nuova San Vitale. Tutte proposte di cui vi è traccia nella montagna di documenti ed elaborati che hanno accompagnato il lungo iter di approvazione, avvenuto nei giorni scorsi, del Psc di Imola da parte della giunta della Città metropolitana. Ipotesi discusse e lasciate cadere perché si è condiviso di migliorare il sistema della mobilità tra l'area imolese e Bologna attraverso il potenziamento del sistema ferroviario metropolitano e la realizzazione della quarta corsia autostradale da Imola al nuovo raccordo con il passante nord all'altezza di Ozzano. Cambiare idea è legittimo, cancellarla senza condividere la scelta con i territori che su quella previsione hanno pianificato il sistema della mobilità sovracomunale è inaccettabile”.

Dunque, Montroni è in linea con Manca e Raccagna. E contro la decisione di non fare il Passante Nord c'è pure il segretario di Confartigianato Amilcare Renzi: “Siamo davvero delusi dalla decisione di chiudere, dopo tanti anni di dibattiti e progettazione, i lavori previsti per aprire il Passante Nord. Una decisione che lascia sconcertati anche per la maniera esclusiva con cui è stata presa. La nostra città, per essere davvero lo snodo principale della viabilità italiana, ha bisogno di infrastrutture che siano utili e condivise da tutte le forze in campo: politiche, sociali e imprenditoriali. Le Grandi opere non possono diventare merce di scambio o pedine di un gioco che non tiene in considerazione le reali esigenze del territorio. Un territorio sempre più soffocato, che necessita di un serio progetto a lungo termine, e non di piccoli rattoppi”.