Castel del Rio (BO). Una settantina di persone si sono date appuntamento domenica 17 marzo, nella mattinata, a Castel del Rio sotto il Ponte degli Alidosi. Ad organizzare il raduno Luisa Cottifogli, musicista e cantante con altri musicisti. Una mattina in musica, per sensibilizzare sul taglio selvaggio che da gennaio ha raso al suolo decine di alberi lungo le rive del fiume Santerno. Un intervento invasivo, scoperto quasi per caso ma regolarmente autorizzato da Arpae alla ditta che ha eseguito i lavori. Una ditta lombarda che con ruspe e trattori non è andata tanto per il sottile. La medesima impresa ha una concessione per effettuare lavori simili in altri quattro fiumi romagnoli: il Senio, il Lamone, il Ronco e il Montone. E’ scritto nel testo della petizione che intanto Luisa ha lanciato su change.org per raccogliere la solidarietà di tutti i coloro che pensano che interventi di questo tipo siano dannosi per l’ambiente. 1589 firme già raccolte con l’obiettivo di raccoglierne molte altre per vederci chiaro.
Non una ordinaria manutenzione o pulizia dell’argine per assicurare l’equilibrio dell’ecosistema, ma, pare, l’approvvigionamento massivo e indiscriminato di legname e cippato. Un’azione svolta, grazie a una concessione, in poche settimane e che probabilmente avrà effetti concreti sul sistema ambientale del territorio.
Ieri era una giornata splendida dal cielo quasi blu. L’acqua del fiume Santerno scorreva tranquilla e limpidissima da lasciare quasi increduli. Alle spalle di chi era convenuto per testimoniare il proprio dissenso sull’accaduto, lo spettacolo triste di una lunga catasta di legna e la riva denudata. Dietro, imponente, il Ponte degli Alidosi, silenzioso testimone di quelli che i promotori dell’iniziativa definiscono uno scempio. Hanno quindi deciso una reazione fatta di musica, di poesie, di brani che evidenziano la fragilità dell’ambiente ma anche nostra, che lo viviamo. Un canto di amore e di rispetto verso la bellezza del territorio e della Natura, per la salvaguardia della biodiversità che lo caratterizza. Una risposta in contrasto con la virulenza con cui gli alberi, che fino a ieri vegliavano il fiume, sono stati estirpati.
Ma non finisce qui. Un altro intervento è previsto a Borgo Tossignano ai confini della Vena del Gesso, come noto, parco protetto e classificato di pregio. Salvaguardare il territorio è un diritto-dovere per chi ci vive. Le istituzioni e gli enti preposti hanno il dovere di informare i cittadini e di spiegare le ragioni di simili interventi. Questo il messaggio della performance che ha avuto luogo ieri mattina a Castel del Rio.
A tre giorni di distanza dalla mobilitazione mondiale sui cambiamenti climatici che ha visto migliaia di ragazzi e ragazze scendere in piazza per l’ambiente, per un’azione rapida e concreta da parte dei Governi, per rivendicare il loro diritto al futuro, ciò che accade sulle rive del Santerno è un paradosso. “Non ci sono solo i grandi temi” dice Luisa Cottifogli, “occorre vigilare sui deturpamenti ambientali di piccoli territori che rischiano di alterare in modo significativo i micro ecosistemi naturali”. E’ una questione di cultura, di mentalità che legittima la priorità del mercato e dei profitti economici sull’interesse pubblico e il diritto delle comunità a vivere in un territorio ecosostenibile. Insomma, i promotori della protesta non ci vedono chiaro e continueranno la loro iniziative per fermare l’estirpazione massiva e ottenere spiegazioni dagli Enti che hanno autorizzato i lavori e un’ azione da parte dei Comuni della vallata del Santerno finora pressoché silenti e inerti, che non si sa se e come intendano muoversi.
(v.g)