Faenza, piazza della Libertà

Faenza. Sono precisamente 1225 le firme raccolte su una petizione contro la proposta dell’Amministrazione comunale di installare, in maniera temporanea, una ruota panoramica in piazza della Libertà a Faenza. Le firme sono state consegnate giovedì 11 aprile alla presenza degli assessori Andrea Luccaroni e Domizio Piroddi che – per competenza – stanno seguendo la pratica per conto dell’Amministrazione comunale.

“Come promotori della petizione siamo soddisfatti del risultato, non siamo una forza politica né un movimento organizzato -. affermano Giovanna Todeschini, Renzo Bertaccini, Vito Ammirabile -. In città se ne è parlato molto e questo anche per merito della stampa locale che ha riportato le notizie. Abbiamo chiarito che non siamo contrari pregiudizialmente a una ruota panoramica in assoluto, siamo contrari a una ruota panoramica in piazza. Anche in altre città a noi vicine, pensiamo a Forlì, la ruota fu collocata in zona periferica. A Faenza abbiamo altri spazi (piazzale Pancrazi o piazzale del PalaCattani) che potrebbero degnamente ospitare la ruota. Abbiamo ribadito la nostra convinzione che, come dimostrano gli ultimi dati sulle presenze turistiche nella nostra città e le esperienze come Argillà, Faenza debba privilegiare una offerta turistica di qualità legata all’arte, alla storia e alla cultura. Iniziative come quella prospettata della ruota panoramica sono estemporanee e offensive del ‘buon nome’ della città, slegate dal contesto e dalla vocazione di Faenza come ‘città d’arte’. Alcuni parchi tematici sono già presenti in provincia e in regione, collocati in aree apposite e non certamente nei centri storici: un luna park in piazza farebbe perdere a Faenza la propria identità. Ci spaventa e ci preoccupa inoltre l’impatto visivo e fisico di una struttura così imponente collocata in un contesto come il centro storico, senza dimenticare i problemi legati alla sicurezza e alla viabilità ordinaria e di soccorso”.

Nello specifico chi ha proposto la petizione si chiede “come mai non siano stati interpellati i tecnici comunali, ingegneri architetti geometri. Ma anche perché non siano stati ascoltati i pareri degli storici della città, quelli che avrebbero potuto dirci cosa c’è sotto la piazza. Il sottosuolo della nostra città è attraversato da cantine, gallerie, cunicoli, magazzini, tubazioni, come chiunque può verificare nello scavo all’aperto a fianco del Palazzo del Podestà, o chiunque abbia partecipato alle visite guidate sotto la fontana monumentale. Un sottosuolo così ricco di storia e fragile non potrebbe sopportare il peso di 120 tonnellate di una ruota di 30 metri”.

In altre realtà vi sonmo stati dei casi analoghi, ad esempio Ancona: “La Soprintendenza di quella città chiese di effettuare dei sondaggi archeologici nel sottosuolo. E chiese di realizzare 3 basamenti in cemento armato per l’ancoraggio della struttura, a un livello di 120-150 centimetri sotto il piano di calpestio. Costo: 8.000 euro per i sondaggi e 30.000 per i basamenti in cemento armato. Al di là della mostruosità di scavare la nostra piazza di un metro e mezzo, oppure di realizzare dei cassoni a cielo aperto di cemento armato che sopportino le 120 tonnellate, a parte tutto questo, chi pagherebbe questi costi?

L’Amministrazione, dopo il ringraziamento per l’iniziativa come “palestra di democrazia”, ha riferito che non è ancora stata presa nessuna decisione in quanto tutto è subordinato al parere della Soprintendenza”.

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