Imola. “Siamo tornate più orgogliose e più cariche … e anche più incazzate. Non ci spaventano le messe riparatrici e i provvedimenti ministeriali”. Si apre con queste parole, forti ma in qualche modo misurate, la seconda edizione della “Rivolta gaya – Imola pride”. L’edizione precedente fu al centro di aspre polemiche per le parolacce pronunciate in piazza Matteotti, questa volta sede di due interventi (il primo di Trama di Terre) più programmatici che provocatori.
Si parte da un piazzale della stazione, sede del concentramento, dove le forze dell’ordine non hanno badato a spese. Tre auto della polizia municipale; un’auto dei carabinieri; una della polizia e una della questura priva di insegne con solo il lampeggiante blu sul tetto. Un assetto “muscolare” per contenere la gioia di più di 250 ragazze e ragazzi e alcuni attivisti non più giovani. Spicca in coda al corteo l’ex assessore della giunta di Daniele Manca, ed ex segretaria generale della Cgil imolese Elisabetta Marchetti. Insomma, un corteo che forse poteva essere vigilato con meno spiegamento di forze.
Al via 45 minuti dopo il concentramento per attraversare tutto il centro per arrivare in piazza Matteotti. Alla testa del corteo il furgone che accompagna con musica tutto il tragitto. Immancabili i brani dei Village People e un Renato Zero che canta a squarciagola il triangolo. Fino a qui la cronaca di un sabato pomeriggio sotto un sole implacabile nel quale si “lotta contro tutti i pregiudizi con gli ultimi e per gli ultimi”.
In piazza Matteotti tocca all’associazione Trama di Terre aprire il microfono. “Come donne di Trama di Terre abbiamo fortemente voluto questo pride a Imola perché crediamo nei diritti. Quello di lasciare un uomo senza timore di essere uccise. Il diritto di scegliere la famiglia che vogliamo. Potevamo ricordare che a una mamma che denuncia un marito violento le sono stati tolti i figli. Potevamo ricordare che picchiare la propria moglie o compagna non è reato se si è in preda a ‘una tempesta emotiva’ (il riferimento ad una recente sentenza, ndr). Potevamo ricordare ancora tanto altro fino alla nausea. Anche in questa città 100 donne ogni anno denunciano violenze e maltrattamenti. Come donne femministe sentiamo che dobbiamo prendere posizione e parte nelle scelte politiche contro ogni forma di discriminazione”.
Il corteo prosegue fino alla Rocca sforzesca con un a frase che racchiude in sé il senso della manifestazione: “Garantire diritti non è mai reato”.
(Verner Moreno)