Vediamo se riusciamo, almeno per una volta, nell’individuare un problema non di secondaria importanza nel nostro paese. Ci troviamo in una discoteca in quel di Corinaldo, un po’ di tempo fa, si sta ballando immersi nella musica a tutto volume: stragrande maggioranza di giovani e di giovanissimi.
Qualche genitore/accompagnatore, ma non troppi. Qualcuno, al centro della pista, si accorge che gli hanno strappato la catenina dal collo proprio nel bel mezzo del divertimento, ad un altro, lì poco lontano, il braccialetto regalo della nonna per il compleanno; ad una ragazza hanno sfilato l’orologio con il bracciale d’oro: un po’ di agitazione tra i partecipanti al ballo, qualche grido di attenzione, forse qualche indice puntato.
Non occorre altro. Mano alla bomboletta spray urticante e via, una bella spruzzata abbondante; mentre la bomboletta passa di mano e finisce in luogo sicuro, si scatena il fuggi fuggi, la ressa spaventata cerca scampo verso l’uscita non troppo idonea allo scopo, la musica si ferma sovrastata dalle grida. Asia Nasoni, Benedetta Vitali, Mattia Orlando, Emma Fabini, Daniele Pongetti: muoiono nella calca. Hanno tutti tra i 14 e i 16 anni. Insieme a loro, una mamma, Eleonora Girolimini muore nel disperato tentativo di proteggere la propria figlia di 12 anni.
Mentre tutto ciò accade il gruppo continua a rubare e borseggiare i malcapitati. E colpisce pure uno dei soccorritori, troppo impegnato nel tentativo di prestare aiuto. Il gruppo, individuato dai carabinieri dopo un minuzioso ed eccellente lavoro, risulta composto da sette ragazzi, appena maggiorenni: Ugo Di Puorto, Raffaele Mormone, Badr Amouyah, Andrea Cavallari, Moez Akari e Souaid Haddada. Tutti hanno più di diciannove anni e nessuno più di ventidue. Il gruppo, in associazione a delinquere made in Modena, secondo i carabinieri, era solito compiere tali azioni “diversive” approfittando per borseggiare e derubare: la refurtiva finiva nella borsa di un sessantacinquenne, imprenditore del “Compro oro”, ora accusato di essere il ricettatore. Il denaro finiva in spese pazze, fine settimana all’estero, vestiti, smart e articoli vari rigorosamente all’ultima moda: una vita da sballo o forse sballata.
Qualcosa di simile (molto simile) è accaduto in quel di Torino, poco più di due anni fa, dove hanno perso la vita due donne: tre ragazzi arrestati. Di diverso stampo quello che è accaduto a Manduria, nel mese di aprile, dove otto ragazzi (sei i minori) hanno seviziato e picchiato un anziano disabile morto poco dopo, così, per passare il tempo.
Cosa sta succedendo ai nostri ragazzi? In quale spirale pazzesca sta precipitando la generazione destinata a sostituirci? Quali sono le nostre colpe? Quali quelle della società, sicuramente ammalata, che ci circonda? Si tratta del frutto orribile della famiglia che si sta disgregando? La scuola ha ancora una sua funzione? Abbiamo finito per perdere la battaglia contro l’imbarbarimento totale? Riusciamo a distinguere il bene dal male, l’utile dal futile, il proficuo dal dannoso? Qualche speranza di riscatto, di individuazione dell’errore, delle cause? Sarà bene che noi si sia in grado di trovare risposte a queste domandine affinché la nostra dignità di uomini e donne possa ancora avere un valore, un valore del quale ambiamo far bella mostra a quanto sembra, solo a parole. Stiamo perdendo, immersi nei falsi lustrini, la via del valore della vita e veniamo travolti da un’impetuosa corrente di miraggi mentre passeggiamo immersi nelle ultime novità apparse sul minuscolo schermo dell’immancabile smart, apportatore di social senza controllo e senza valore.
Ovviamente, come tutti ben sappiamo, per qualcun altrro il problema principale resta l’immigrazione…
(Mauro Magnani)