Magellano

Esattamente cinquecento anni fa la Terra diventava rotonda. Un signore portoghese, gran barba e occhio intelligente, cercava di sfruttare la rivalità più o meno aperta tra i regnanti di Spagna e Portogallo i quali, sia ben chiaro, se ne fregavano altamente del problema “forma della terra”: a lor signori interessava unicamente la scoperta di nuove ricchezze, di nuove terre da sfruttare e colonizzare. Alla fine fu il re spagnolo a vincere e un certo Magellano partì verso uno dei viaggi più rivoluzionari che l’uomo abbia mai compiuto: la circumnavigazione del globo terrestre. Raggiungere le “Indie” navigando verso occidente: un sogno per alcuni, la dimostrazione della certezza per altri. A dire il vero, Fernao De Maghalars (in portoghese) andava cercando un passaggio sicuro nel sud delle Americhe (l’odierno Cile), ma da cosa nasce cosa.

Così, il 20 settembre 1519, cinque navi e 237 uomini discendevano il Guadalquivir e iniziavano l’avventura. Magellano non solo individuò il passaggio nel sud (che poi prese il suo nome) ma raggiunse, con sole tre navi (una era naufragata e una ammutinata) la costa delle isole Marianne e successivamente quella delle Filippine: primo europeo aveva attraversato un oceano sconosciuto chiamandolo Pacifico, per la durevole calma delle sue acque. Purtroppo, tra vicende di conversione religiosa, sottomissione al re di Spagna e lotta contro i renitenti, in una scaramuccia perse la vita e non poté quindi godere del meritato trionfo per il superamento dell’impresa.

Dobbiamo il resoconto della vicenda ad un italiano, Antonio Pigafetta, ancora in vita il 6 settembre 1522 quando con una sola nave (la Victoria) e 18 uomini superstiti raggiunse la terra del Portogallo: il viaggio era durato 2 anni, 11 mesi e 17 giorni, ma la conoscenza dell’uomo, circa il pianeta nel quale si trovava a vivere, poteva aprire un nuovo capitolo. Ovviamente nacquero annose dispute tra Spagna e Portogallo (padrone dei numerosi porti sulla costa Africana occidentale) ma questa è un’altra storia.

Cosa interessante: in uno dei successivi viaggi che si susseguirono, molto meglio documentato e controllato, si scoprì che navigando verso occidente si perdevano esattamente 24 ore: la sorpresa fu notevole e il tutto dette origine a nuove ondate di idee filosofiche e astronomiche.

Non è male ricordare l’avvenimento e riflettere sul ricordo la bellezza di 500 anni dopo: l’innata curiosità, il bisogno di “sapere” dell’uomo e il suo desiderio di avventura, ancora una volta avevano vinto sul dubbio, la rinuncia e l’ignoranza.

(Mauro Magnani)

P.S.: Ovviamente, anche se non diversamente citato nel testo su-riportato, i terra-piattisti sono fermamente convinti che si sia trattato di una navigazione in cerchio prestando doverosa attenzione a non travalicare il bordo del piatto: una caduta nel vuoto sarebbe risultata drammatica e Pigafetta avrebbe tenuto il resoconto del viaggio custodito gelosamente nel suo ricordo.