La “Biennale di Venezia” e Campari annunciano che è stato attribuito al direttore della fotografia Luca Bigazzi (“La grande bellezza”, “Così ridevano”, “Pane e tulipani”) il premio “Campari passion for film” della 76° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il premio, istituito l’anno scorso, si propone di valorizzare lo straordinario contributo che i collaboratori più stretti del regista offrono al compimento del progetto artistico rappresentato da ciascun film. Solo occasionalmente, direttori della fotografia, montatori, compositori, scenografi e costumisti vedono adeguatamente riconosciuto il loro apporto, spesso determinante ai fini della qualità del risultato finale. “Passion for film” premia a turno una di queste figure (l’anno scorso il premio era stato attribuito al montatore statunitense Bob Murawski), non semplici artigiani ma artisti e co-autori delle opere a cui offrono il contributo del loro insostituibile talento.
La consegna del premio a Luca Bigazzi avrà luogo domenica 1 settembre alle ore 16.30 in Sala Grande (Palazzo del Cinema), prima della proiezione Fuori concorso, in prima mondiale, del suo nuovo lavoro, la serie “The new pope” di Paolo Sorrentino (episodi 2 e 7) con Jude Law, John Malkovich, Silvio Orlando, Cécile de France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier, prodotta da Sky con Hbo, Canal+, realizzata da Wildside e distribuita nel mondo da Fremantle.
Alberto Barbera ha dichiarato: “Il cinema italiano, dalla seconda metà degli anni Ottanta a oggi, è legato in larga misura allo straordinario lavoro di Luca Bigazzi. Con un approccio personale e controcorrente, Bigazzi ha rivoluzionato il modo di intendere il lavoro del direttore della fotografia: poco tempo dedicato a posizionare le luci, utilizzo creativo e geniale delle sorgenti luminose naturali, da sempre incollato alla cinepresa per individuare la migliore inquadratura possibile e i più congeniali movimenti di macchina. Privo di qualsiasi atteggiamento reverenziale nei confronti del 35mm, al contrario è aperto alla sperimentazione più gioiosa delle inedite possibilità offerte dallo sviluppo della tecnologia di ripresa e di manipolazione dell’immagine. L’estrema versatilità, che gli consente di lavorare con registi molto diversi l’uno dall’altro – e apparentemente opposti al suo modo di intendere l’approccio al cinema (come nel caso del sorprendente sodalizio con Sorrentino) -, si coniuga perfettamente con le doti di velocità, precisione, sprezzo delle regole consolidate, predisposizione ad adattarsi a ogni tipo di budget, che lo hanno imposto su tutti come il miglior direttore della fotografia italiano degli ultimi trent’anni”.
“Siamo molto orgogliosi di confermare la nostra collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e di avere creato, insieme alla direzione artistica, il premio ‘Passion for film’ – dichiara Lorenzo Sironi, senior marketing director Campari Group – Mantenendo come filo conduttore tutto ciò che nasce dalla passione, tema da sempre legato in modo indissolubile a Campari, il Premio è volto a valorizzare coloro che, accanto al regista, contribuiscono ogni giorno a rendere eccellente l’arte cinematografica. In particolare, quest’anno abbiamo premiato una figura artistica cruciale, quella del direttore della fotografia, un vero e proprio maestro della luce che, attraverso le immagini, determina il linguaggio estetico di un film”.
Note biografiche
Luca Bigazzi (Milano, 9 dicembre 1958) è un direttore della fotografia italiano. È il professionista che detiene il record di vittorie del David di Donatello per il miglior direttore della fotografia con 7 statuette ed è anche il primo direttore della fotografia italiano ad essere stato candidato al Primetime Emmy Awards nella categoria “Miglior fotografia” per una miniserie o film per la serie televisiva “The young pope” di Paolo Sorrentino.
Inizia a lavorare nel campo pubblicitario nel 1977 come aiuto regista e parallelamente coltiva la sua passione per la fotografia. Approda al cinema nel 1983 e il suo esordio come direttore della fotografia avviene con Silvio Soldini, nel film “Paesaggio con figure”, presentato al Festival di Locarno. A poco a poco si dedica sempre di più al cinema, abbandonando il campo pubblicitario. Il sodalizio con Soldini continuerà per molti altri film, con lui vince il David di Donatello per il miglior direttore della fotografia nel 1999 per “Pane e tulipani”. Nel 1994 è chiamato da Gianni Amelio per “Lamerica” con cui vince un David di Donatello e un Nastro d’argento. Nel 1999 per “Così ridevano” di Gianni Amelio e “L’albero delle pere” di Francesca Archibugi vince l’Osella d’oro a Venezia. Collabora fra gli altri anche con Mario Martone, Giuseppe Piccioni, Ciprì e Maresco, Paolo Virzì, Daniele Luchetti, Abbas Kiarostami. Curerà in seguito la fotografia dei film di Paolo Sorrentino a partire da “Le conseguenze dell’amore”, con cui vince nel 2005 il Nastro d’argento, poi “L’amico di famiglia” (2006), “Il divo” (2008), “This must be the place” (2011), con cui vince il David di Donatello per il miglior direttore della fotografia nel 2012, “La grande bellezza”, vincitore dell’Oscar come miglior film straniero nel 2014, “Youth – La giovinezza”, miglior film agli European Film Awards nel 2015, “The young pope” (2016), “Loro” (2018) e “The new pope” (2019).
Ha curato la fotografia di “La tenerezza” di Gianni Amelio (2017), “Sicilian Ghost Story” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (2017), “Ella & John – The Leisure Seeker” di Paolo Virzì (2017), “Io sono Tempesta”.
(Verner Moreno)