Nel bel mezzo di questa calura d’Agosto, ci è dato assistere all’ennesimo teatrino della politica, in questo caso condita da un paio di ingredienti niente male: una discreta parte della popolazione teme l’avvento al governo della destra estrema (Salvini/Meloni) e molti intravvedono una situazione economica/finanziaria incombente non di poco conto. Così, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E se non ci sono duri? IL gioco langue, il pubblico sbadiglia e gli unici a guadagnare sono i venditori di bibite e panini. Forse mai come in questa occasione, la celebre allocuzione di Sciascia ci appare in tutta la sua lucida verità: Ci sono Uomini, mezz’uomini, ominicchi, piglianc … e quaquaraquà. Tantissimi di quest’ultimi, molti i p …, un po’ meno gli ominicchi; davvero pochissimi i mezz’uomini e molto rari gli Uomini.
Il tutto ha avuto inizio con la lungo arringa del Presidente Giuseppe Conte: belle parole, concetti chiari ma moderati, lusinghe e qualche contenuto sberleffo. Unica considerazione: erano davvero necessari quattordici mesi per capire tale situazione? Vero è che la capacità di riflessione è d’obbligo, ma… Di fianco, un vice ministro praticamente impassibile salvo nel finale quando si è spellato le mani nell’applauso e, dall’altra parte, un incassatore formidabile che si è limitato a qualche sberleffo, qualche assenso, qualche diniego. Il Pubblico, nell’anfiteatro, non lesina applausi e grida. La chiamano politica.
In seguito la lunga ridda di ipotesi, previsioni, dichiarazioni più o meno fasulle, anticipazioni, giudizi, segreti svelati, aperte menzogne, intenti, punti irrinunciabili, fermezza, certezze: una noia abissale. In breve, una situazione da Re Travicello, piombato nello stagno delle Rane a sorpresa: l’urto, gli schizzi e le onde hanno risvegliato le Rane che hanno pensato bene di invadere i nostri silenzi con il loro monotono gracidare.
Nel silenzio di chi sa, una luce di correttezza, di certezza, di rigore, di presenza. Una presenza quasi invadente nel bel mezzo del gracidare e dello squittire generalizzato, tale da apparire stonata nel paragone se si prende per buono il chiasso generalizzato. Tale presenza ci rinfranca, ci ricorda che dovremmo essere uomini e non quaquaraquà, che dovremmo essere in grado di saper distinguere il bene dal male, il noto dallo sconosciuto, il certo dall’imponderabile. Un silenzio di riferimento, di certezza, di correttezza. Un silenzio da uomini.
Grazie Presidente.
(Mauro Magnani)
Con tutto il rispetto, che in pochi giorni due partiti, che fanno per quattro o cinque, partoriscano un accordo di legislatura è una pretesa lunare.
Il Presidente sta solo cercando di restituire pan per focaccia ai ragazzi della via Pal rispettando il dettato costituzionale più che di dare un nuovo governo al Paese: impresa possibile, ma non certa, solo rinnovando il Parlamento in modo che rispecchi i rapporti di forza di oggi tra i partiti… e non quelli di ieri.