Venezia. Altra giornata con titoli per tutti i gusti e alcuni già passati nel giorno precedente. In Sala Grande il pubblico potrà vedere, alle 14.00, Fuori Concorso, “Citizen K” di Alex Gibney e alle 16.45 per il concorso Venezia 76, “Ema” di Pablo Larraín, vietato ai minori di 14 anni. A seguire, alle 19.15 sempre per la sezione principale e per un pubblico sopra i 18 anni, verrà proiettato “Joker” di Todd Phillips. Alle 22.00, dopo la consegna del premio Jaeger-LeCoultreGlory to the Filmmaker Award al regista Costa-Gavras si potrà seguire, dello stesso regista il film “Adults in the Room”.

Per la sezione Orizzonti alle 14.15 in Sala Darsena si potrà assistere all proiezione di “Bik Eneich – Un fils” (A Son) di Mehdi M. Barsaoui e alle 17.00 a “Mes jours de gloire” (My Days of Glory) DI Antoine de Bary. Invece in Sala Giardino alle 21 si può vedere il film Fuori concorso di Francesca Archibugi “Vivere”. Tutti i film citati, a parte “Citizen k”, prevedono la presenza in sala di chi accompagna l’opera. 

In Sala Perla alle 11.30 per le Giornate degli autori · Evento speciale “Scherza con i fanti” di Gianfranco Pannone, Ambrogio Sparagna. Nel pomeriggio, alle 17.00 “You Will Die at 20” di Amjad Abu Alala, con gli accompagnatori della pellicola presenti.

Alex Gibney è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, nato nel 1953, vincitore nel 2008 dell’Oscar al miglior documentario con “Taxi to the dark side”. “Citizen k” narra dell’incontro del regista con Mikhail Khodorkovsky, uno degli uomini più ricchi della Russia, che nel 2003 fu condannato a scontare 10 anni di pena per evasione fiscale e imprigionato in Siberia. Diventato dissidente, è ora in esilio a Londra dove continua a lottare contro Vladimir Putin, presidente della Federazione russa, al potere da 19 anni. “Ho cercato di capire come funziona il potere in Russia” spiega Gibney, che è stato in quel Paese per incontrare amici e nemici del famoso dissidente. 

Pablo Larraín, regista, sceneggiatore e produttore cileno nato nel 1976, è autore di una trilogia sulla dittatura cilena: “Tony Manero” del 2008, presentato a Cannes e vincitore del Torino film festival, “Post mortem” del 2010, “No – i giorni dell’arcobaleno” del 2012, che riceve una candidatura agli Oscar come film straniero. La pellicola “Jackie”, film biografico sulla First lady Jacqueline Bouvier Kennedy, ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura a Venezia 2016 e ha avuto 3 candidature agli Oscar. Il nuovo film veneziano, con Mariana Di Girolamo, Gael Garcia Bernal e Santiago Cabrera narra di Ema, giovane ballerina che decide di separarsi dal compagno dopo che è stata costretta a lasciare il figlio che avevano adottato e che non sono stati in grado di crescere. Per le strade di Valparaiso la ragazza cerca storie d’amore che l’aiutino a superare il senso di colpa, ma ha anche in serbo un piano per riprendere ciò che ha perduto. 

Todd Phillips, sceneggiatore e produttore USA del 1970, è noto soprattutto per la trilogia “Una notte da leoni” del 2009, 2011 e 2013. Il film di Venezia, interpretato da Joaquin Phoenix, narra  la storia, ambientata a Gotham City, di un attore comico fallito che vaga per la città iniziando una progressiva discesa nella follia sino a diventare uno dei peggiori criminali della storia. A Venezia è stato vietato ai minori di 18 anni per la sua “violenza brutale”.

Costa-Gavras, regista, sceneggiatore e produttore greco del 1933 naturalizzato francese, ha al suo attivo numerosi film di cui ricordiamo “Z – l’orgia del potere” premio della giuria al festival di Cannes 1969 e premio Oscar per il film straniero, “Missing – scomparso”, Palma d’oro a Cannes nel 1982 e “Music box – prova d’accusa”, Orso d’oro a Berlino nel 1990. Il film che presenta alla mostra si basa sul libro di Yanis Varoufakis (ex ministro delle finanze nel governo di Alexix Tsipras) sul salvataggio (?) greco del 2015. È il suo primo lungometraggio girato in Grecia. 

Medhi Barsaoui è un regista tunisino del 1984. Ha studiato al DAMS di Bologna e ha vinto il Best Muhr Short Award al festival di Dubai per il corto “We are just fine like this”. Il film veneziano è una storia ambientata nel suo Paese, dove una vacanza familiare termina in tragedia perché il figlio di 10 anni viene colpito per un errore in un agguato. Le lesioni subite cambieranno la vita della famiglia e la necessità di un trapianto di fegato porta alla luce un segreto che mina la relazioni dei due genitori. “Non è solamente un film sulla paternità, ma anche sulla coppia, sul suo posto nella società e sul potere” spiega il regista. 

Antoine de Bary, attore e regista francese del 1990. Ha interpretato un ruolo nel film “Deux fils” del 2018 di Felix Moati. A Venezia presenta una commedia che narra di un quasi trentenne che vede le sue ambizioni andare in direzione diversa da quella prevista. Ha una vita sentimentale inesistente, viene cacciato dalla sua abitazione e torna a casa dai genitori. La sua carriera di attore non è decollata e in questa fase incontra in un posto di polizia una ragazza che parla di un provino per interpretare Charles de Gaulle da giovane. 

Amjad Abu Alala è un regista e produttore sudanese. È al suo primo lungometraggio. I suoi corti hanno partecipato a diversi festival. Il film narra del giovane Muzamil che cresce ossessionato dalla profezia del santone del villaggio che morirà a 20 anni. Il padre lo abbandona e cresce con la madre fino a quando arriva a 19 anni… È il primo film sudanese a Venezia.

Francesca Archibugi è una regista e sceneggiatrice romana del 1960, di cui ricordiamo il David di Donatello 1989 per “Mignon è partita”, quello del 1991 per “Verso sera” e quello del 1993 per “Il grande cocomero”. In “Vivere”, con Micaela Ramazzotti, Adriana Giannini e Massimo Ghini, si racconta di una famiglia della periferia, fatta di villette a schiera, romana, dove arriva una studentessa irlandese, ragazza alla pari per la bimba della famiglia. Cambiano i rapporti, si intrecciano storie di amicizia e amore dentro a una Roma bella e incomprensibile. 

Per gli altri film in programma si rimanda al programma della Mostra.

(Caterina Grazioli)