Imola. “Non più un giorno di rumori da autodromo ma tutti i giorni dalla mattina alla sera: alla faccia della lotta per il cambiamento climatico”.
Si apre così la lettera di un cittadino inviata in redazione per protestare all’attività motoristica di ottobre dell’autodromo. Attività così fitta – e rumorosa – che “contribuisce all’aumento di inquinanti oltre al disturbo dovuto ai decibel troppo alti.” Fino a un giudizio non tenero indirizzato alla politica (?): “credo sia una scelta da irresponsabili”. Emergenza clima il cui paradosso era già stato evidenziato lo scorso 27 settembre in occasione del 3 sciopero per il clima.
Un calendario di attività di pista, quello di questo principio di autunno, particolarmente impattante dal punto di visto acustico e indubbiamente esclusivo dal punto di vista finanziario. Ferrari di F1 guidate da milionari (difficile credere possano essere appannaggio di comuni mortali costretti a lasciare la twingo 1.100 cc in garage causa il blocco del traffico) che dalla fine di settembre fino ad oggi percorrono incessantemente il percorso cittadino. Solo nel mese di ottobre per 23 giorni – quasi tutti consecutivi – ci saranno attività motoristiche in pista e alcune (17) in giornate scolastiche. Otto di queste già definite in “deroga alla massima rumorosità” e altre 5 vicine al limite massimo ma con la probabilità concreta di entrare di diritto nelle giornate rumorosissime. A completamento un’altra serie di giornate definite “prove tecniche” (non si sa di cosa) chiudono il calendario con la ciliegina sulla torta, dal punto di vista della rumorosità, della Peroni Race (dal venerdì 11 al 13 ottobre).
Una situazione che fa dire ad un altro lettore che “se il supremo mi lascerà ancora su questa terra per un po’, il mio stupore avrà ancora molto da spaziare. Mai e poi mai avrei immaginato tanta fantasia distruttiva per la nostra povera città. Oggi (ieri per chi legge, ndr), inizia il divieto di circolazione per i nostri poveri bolidi vecchiotti perché inquinano l’aria che respiriamo. E’ una ordinanza che interviene probabilmente su una situazione critica di qualità dell’aria, fin qui la cosa seria”.
“Ora però arriva la follia, tutta imolese, che permette la circolazione dei ricchi bolidi, molto datati, molto più inquinanti di quelli vietati, che sfrecciano per ore e ore dentro l’autodromo, dove vige una legge speciale, che non prevede leggi, figuriamoci obblighi di rispetto. I cittadini sono costretti ad abbandonare le loro abitazioni per permettere la circolazione dei ricchi bolidi. Le onde sonore fanno tremare i vetri di casa tanto sono potenti e rendono inabitabili i luoghi di vita”.
La conclusione provocatoria e pungente a cui giunge il lettore dovrebbe fare riflettere chi prende le decisioni: “Hanno chiuso i manicomi, perché era inutile rinchiuderne un po’ e lasciarne fuori altri. Nessuno sarebbe riuscito a fare la scelta. Ma forse non è’ proprio il manicomio il posto giusto a chi permette tutto ciò…”
(Verner Moreno)
. …si attendono folle oceaniche, sarà uni invasione: si attende il comunicato del tutto esaurito per alberghi, agriturismi, B&B, ristoranti, pizzerie, trattorie, ecc. e il numero dei biglietti venduti . ….oltre…all’immancabile passerella della Sindaca su di una Ferrari!
Si tratta di una semplice equazione: non buon risultato mondiale moto cross sta a aumento del noleggio pista come inquietante rumore sta a poveri Imolesi. E’ tanto semplice …
questa dell’autodromo con deroghe alle giornate di rumore ed ai loro livelli è una cosa insopportabile su cui,a quanto pare ,si è deciso di concedere una inpunità alla faccia della salute dei cittadini.
Per cosa poi? nessun ritorno economico ( anzi….),pubblico pagante vicino a zero,indiponibilità di fatto del parco delle acque minerali a meno di non portare un paraorecchi per se stessi e per i bambini,disturbo per 7-8 ore al giorno dei cittadini residenti ed impossibilità di seguire le lezioni per gli studenti dell’agraria,del liceo scientifico,delle scuole all’aperto,delle valasalva,ragioneria etc etc.
Ma quale livello di coscienza individuale e collettiva dovrebbe farci accettare un tale disagio e con quale coraggio alcune parti politiche cercano di aumentare il numero delle giornate in deroga o di eliminarne il limite; quale livello di coerenza con la necessità di promuovere il bene comune e non il privilegio di una minoranza con grandi disponibilità economiche (che comunque non basta a creare reddito per la città di Imola) viene espressa da una classe politica che ha inserito i comitati anti rumore nella propria campagna elettorale per poi lasciar svallare le giornate di rumore?
Domanda ai politici:se una qualsiasi altra azienda imolese ,magari con centinaia di dipendenti e grandi introiti economici e tasse pagate,raggiungesse gli stessi livelli di rumore e di disinvoltura nel non rispettare i regolamenti ,sarebbe tollerata o sanzionata?
Accettereste un laminatoio nel parco dei donatori di sangue di fronte alle scuole?