Imola. Il Movimento 5 stelle perde il suo capogruppo in consiglio comunale, Simone Righini, uno dei “lealisti” verso la sindaca Manuela Sangiorgi. Le sue dimissioni si potevano in qualche modo prevedere, Righini non appartiene al M5s ma viene da una lista e da un’appartenenza civica, è da sempre un’esponente del mondo cattolico grazie al quale ha tentato pervicacemente più volte una mediazione senza strappi con i sei ribelli del M5s, ma inutilmente. Righini non è persona con sete di potere, è stato animato dalle migliori intenzioni ma nemmeno lui è riuscito a fare un lavoro di ricucitura che, almeno per il momento, pare impossibile, impraticabile. Dovrebbe farlo in prima persona la sindaca che per ora ci ha rinunciato.
Ma così si va avanti poco e niente, e zoppicando molto. E Righini è una persona che ha una sua dignità da difendere. Al suo posto, se ci sarà il tempo dovrebbe fare il suo ingresso fra le file del gruppo pentastellato Luciana Franceschini, una donna amica e vicina alla sindaca, dunque una lealista. Ma, sempre nel gruppo del M5s a piazza Matteotti, i malumori ormai sono diventati molto rumorosi. E non è detto che non sfocino fra un po’ di tempo in altre dimissioni decretando in tempi medi la fine del mandato del primo governo non a guida Pd di Imola dopo la clamorosa vittoria un anno e mezzo fa di un Movimento che aveva suscitato molte speranze, purtroppo mal riposte.
(m.m.)
Massimo, non è che per caso state già scendendo dal carro dei vincitori per risalire sul “vecchio” carro?
Lo avevo già scritto, ma vale la pena ricordarlo: l’ultimo spenga la luce, mi raccomando!
Premesso che non capisco come si possa definire non 5 stelle il capogruppo degli eletti del Movimento arriva un altro “campione”a di preferenze come il transfuga Cavina: 24 voti.
Anche lei deve avere pochi amici e parenti almeno che sanno scrivere…
La luce è già spenta, purtroppo. Si va avanti al buio.