Il capogruppo di Patto per Imola Giuseppe Palazzolo

Imola. Il consiglio comunale di venerdì 11 ottobre ha confermato una forte frattura fra i “ribelli” e la maggioranza dei lealisti all’interno del gruppo consiliare del Movimento 5 stelle. Infatti, nella seduta del tardo pomeriggio erano assenti tutti e sei i consiglieri comunali pentastellati che ormai da tempo contestano la sindaca Manuela Sangiorgi per darle un altro “schiaffo” in modo da renderla più debole in attesa di un’ipotesi di trattativa che avevano, insieme, pubblicato sui loro profili Facebook.

Curiosamente, si doveva votare la surroga per la sostituzione del consigliere Simone Righini, in favore di Luciana Wanda Franceschini, attivista del Movimento e fedelissima della sindaca e mancavano i sei ribelli targati M5s e il capogruppo della Lega Simone Carapia.
Di conseguenza, esclusi i sei ribelli tutti assenti dal consiglio comunale, la maggioranza dei lealisti pentastellati arrivava a otto voti favorevoli, mentre le opposizioni raggiungevano quota 9, ovvero 5 Pd, Imola guarda avanti con Carmela Cappello, due della Lega più Palazzolo di Patto per Imola. Dunque, sarebbe stato un duro colpo per la sindaca.

Palazzolo ha fatto saltare i piani dei ribelli M5s (condivisi da quasi tutta l’opposizione) votando a favore della surroga, evitando una brutta sconfitta per la maggioranza del gruppo M5s e per la sindaca. Il capogruppo di Patto per Imola ha consigliato i dissidenti di “mandare a casa la sindaca se proprio volete, ma prima raccogliete le firme. E fatelo su un argomento importante, non su una surroga che è un atto dovuto poiché la Franceschini è stata eletta democraticamente e ha gli stessi diritti di tutti noi per stare nell’aula di piazza Matteotti. Le surroghe, anche in passato sono sempre state votate da maggioranza e opposizione insieme”. Inoltre, in merito all’assenza congiunta dei sei grillini, l’ex candidato a sindaco del centrodestra ha sottolineato come sia stato un “un atto ricattatorio”.

Nel corso della seduta Fabiano Cavina, passato alla Lega dal M5s da circa un mese, ha fatto un focoso e un po’ disordinato intervento attaccando la presidente dell’aula Stefania Chiappe colpevole di aver fatto una smorfia e l’uscita compatta degli otto lealisti pentastellati alla sindaca in segno di protesta.
Quindi la Cappello, ironicamente, ha definito Palazzolo “un gentiluomo” perché con il suo voto positivo spostava gli equilibri e permetteva l’ingresso della Franceschini Poi, è stato il turno di Andrea Cerulli, nuovo capogruppo del M5S, che ha invitato Fabiano Cavina a “non fare la solita propaganda, ma a parlare di argomenti concreti”.

Infine, la delibera di surroga e quindi l’entrata della Franceschini è stata votata dagli otto lealisti M5s più il consigliere Palazzolo, dunque nove, mentre tutti gli altri 8 rappresentanti dell’opposizione si sono astenuti, il che vale come voto negativo. Insomma, la surroga è passata per un solo voto. Ma non è passata l’immediata eseguibilità della delibera per la quale servivano 13 voti, la maggioranza assoluta del consiglio comunale. Di conseguenza, la Franceschini non potrà entrare in aula nella prossima seduta del 15 ottobre, ma in quella successiva.