Bologna. Cimice asiatica: è emergenza. Ormai è nota la problematica ambientale ed economica che sta mettendo in ginocchio lavoratori e produttori dell’ortofrutta. L’insetto nel Nord Italia quest’anno ha già provocato 350 milioni di danni solo per quanto riguarda pere, pesche e nettarine. La Regione Emilia-Romagna la sta combattendo con misure straordinarie. A partire da un primo stanziamento di 250 mila euro per le aziende colpite per e poi attraverso un impegno serrato per l’approvazione di piani straordinari nazionali ed europei a salvaguardia degli agricoltori e del loro lavoro.

Ma ora, ad inizio della stagione autunnale, la cimice sta invadendo anche le abitazioni civili. Le segnalazioni sono tante, dalle zone meno abitate fino ai centri storici. L’insetto cerca riparo nelle case creando fastidi a causa del cattivo odore che emana e perché, a differenza delle altre cimici, quella asiatica emette un ferormone di aggregazione che ne richiama altre, arrivando a creare gruppi di 50/100 esemplari.

Un disagio non indifferente, anche se, è bene chiarirlo subito, la cimice asiatica non punge e non è pericolosa per l’uomo e gli animali di casa.

Ma come si comporta, dove andrà dopo aver trovato rifugio nelle nostre case, e soprattutto cosa occorre fare per liberarsene? A queste ed altre domande risponde Massimo Bariselli del Servizio fitosanitario regionale che, in questo video realizzato dall’Agenzia informazione e comunicazione della Giunta della Regione Emilia-Romagna, spiega quali accorgimenti adottare per difendersi dall’insetto e cosa c’è da sapere sulla sua diffusione e sulla ricerca dell’antagonista per contenerne gli effetti dannosi per le nostre colture.