C’è da sperare che una simile domanda riesca a trovare una risposta concreta in ognuno di noi, giovane o vecchio. Se così non è, occorre rivedere molto al ribasso la qualità del popolo italiano. Sandro Pertini è stata una delle figure di spicco nell’Italia del secolo scorso: socialista integerrimo e senza macchia alcuna ha saputo vivere nel solo modo a lui possibile: la coerenza della scelta. E scusate se sembra poco. Per rendere un’idea della sua integrità basti ricordare la lettera da lui scritta a sua madre mentre si trovava prigioniero nelle carceri fasciste: vista la sua salute cagionevole e i continui maltrattamenti ai quali veniva sottoposto, la madre scrisse una lettera al Tribunale Speciale chiedendo un atto di clemenza per il figlio.

Un giovane Sandro Pertini (Foto tratta da Wikipedia)

Pertini, venutone a conoscenza, rispose alla madre con parole durissime evidenziandole il solo valore certo del quale restava in possesso: la sua coerenza, la sua fede nell’idea socialista, la sua certezza nella consapevolezza della sua posizione ideologica che lei, con le sue parole di richiesta , avrebbe finito per scalfire. Redarguì la madre e rifiutò qualunque forma di condono. Di seguito riporto alcune parole della sua conclusione: “E’ bene che tu conosca la dichiarazione da me scritta all’invito se mi associavo alla domanda da te presentata. La comunicazione che mia madre ha presentato domanda di grazia in mio favore mi umilia profondamente. Non mi associo, quindi, ad una simile domanda, perché sento che macchierei la mia fede politica, che più di ogni altra cosa, la mia stessa vita, mi preme.”Un uomo di altri tempi. Terminata l’era fascista con la sconfitta Italiana nella seconda guerra mondiale, Sandro Pertini fu eletto Nel Parlamento Italiano nelle file socialiste e fu Presidente della Repubblica negli anni più duri e cupi della fine del secolo scorso.

Ora, un film ripercorre gli anni della sua giovinezza (Il giovane Pertini combattente per la libertà) a cura del regista Gianbattista Assanti per la Genoma (casa di produzione) che segue la traccia del libro di Stefano Caretti, studioso e direttore della Fondazione Turati di Firenze. La pellicola si avvale di attori di primissimo livello: Massimo Dapporto (Pertini maturo), Gabriele Greco (da giovane) e Dominique Sanda nel ruolo della madre.

Un parallelo temporaneo ritengo vada fatto: Sandro Pertini si laureò in Scienze Politiche con una tesi sulla Cooperazione e oggi la cosa sembra assumere i contorni di una nebbia sfumata: la pellicola fatica a trovare finanziamenti e un rifiuto, che la casa di produzione definisce “infastidito”, arriva anche da Unipol, assicurazione del movimento cooperativo. Eccoci trasportati nei tempi attuali: se la sinistra, se il movimento cooperativo non riesce a trovare al proprio interno il desiderio, la forza e la determinazione per sostenere il ritratto di una delle persone che hanno impersonato il movimento di sinistra e cooperativo nel secolo scorso, forse abbiamo superato un punto di non ritorno.

(Mauro Magnani)