Dunque la madre di tutte le battaglie si avvicina per noi abitanti dell’Emilia – Romagna: domenica 26 gennaio sceglieremo il nuovo Presidente della Regione; la scelta sarà tra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni. Ci sono aspetti di fondo nella impostazione della campagna elettorale di Bonaccini che, in tempi normali, dovrebbero essere una delle buone prassi della politica: la consultazione ha carattere regionale; i candidati devono parlare dei problemi dell’Emilia Romagna e giudicare l’azione del governatore uscente, il cui avversario non è Matteo Salvini, ma Lucia Borgonzoni. Se il confronto fosse tra lui e Borgonzoni, Bonaccini non avrebbe problemi a “vincere facile”.
Secondo un sondaggio Emg Acqua, ben il 67% degli elettori emiliano – romagnoli dà un giudizio positivo sul presidente, e anche il 58% degli elettori di centrodestra è della stessa opinione”, spiega il Corriere della Sera, secondo cui “Bonaccini stacca la Borgonzoni per preparazione e competenza, 53% contro 24%”. Purtroppo per il presidente in carica il terreno della battaglia è un altro.
Sul suo campo – quelle delle problematiche regionali – si troverebbe da solo a parlare con la luna (come il pastore errante dell’Asia che mi ricorda il tema che svolsi alla maturità, qualche tempo fa). Invece, la campagna elettorale del centrodestra in regione è condotta in prima persona da Matteo Salvini il quale si recherà in tutti i Comuni (328?) in cui Bonaccini ricorda di essere stato durante l’esercizio del suo mandato. Al Capitano delle politiche regionali importa poco; la sua candidata non brilla per capacità di proposte o di esposizione di un programma articolato.
La famosa dichiarazione che gli ospedali in Emilia Romagna saranno aperti anche di notte e nel fine settimana è stata un vero e proprio autogol, anche se alimentata da buone intenzioni (la possibilità di svolgere nel week end visite specialistiche, magari con medici neo-laureati). La narrazione di Salvini è semplice e chiara: il Capitano non chiede agli emiliani di votare Lucia Borgonzoni come governatore, ma lui stesso come presidente del Consiglio.
E’ questo il terreno su cui gli elettori dell’Emilia – Romagna vorranno esprimere il proprio giudizio?
(Tiziano Conti)
Bonaccini è alla fine del suo primo mandato: all’inizio non pareva esattamente brillare per preparazione e competenza… ma ha imparato.
La Borgonzoni non è né meglio né peggio del suo avversario 5 anni fa: il suo vero problema è che la Lega come i 5 stelle non ha una classe dirigente… e non pare volerla mettere insieme.
E comunque, secondo il suo scarno CV, nella migliore tradizione comunista niente laurea e nessun impiego salvo la politica… ma va bene così.