Faenza. “La Shoah? Un’ invenzione degli ebrei per dominare il mondo. Si informi meglio”. Queste sono solo alcune delle parole – o meglio offese – che l’imprenditore e scrittore ebreo faentino Roberto Matatia si è sentito scaricare addosso martedì 26 novembre in occasione di una serata organizzata da un’associazione volta alla protezione e alla tutela delle donne vittime di violenza.
Una scena disgustosa e grottesca: recatosi al cinema Sarti con la sua famiglia per assistere alla serata, Matatia ha avuto la sfortuna di trovarsi seduto davanti ad alcune persone in età avanzata (per la precisione tre “signori”) che hanno cominciato a parlare di Hitler e di ebrei : “Mi sono rotto i cogl***i di questa Shoah, memoria pilotata dagli ebrei”, esordisce uno dei tre. A sentire queste parole, Matatia ha replica dichiarando l’offesa ricevuta in quanto ebreo e membro di una famiglia parte della quale massacrata ad Auschwitz. Ne è seguita un’accesa discussione, dove appunto l’inquietante “soggetto” ha ribadito la sua convinzione secondo cui la Shoah fosse tutta un’invenzione, invitando Matatia (che da anni ormai porta nelle scuole di tutt’Italia la sua testimonianza familiare in occasione del “Giorno della Memoria”) a “informarsi meglio”.
Falsificare la storia, negare le evidenze fa parte di un “gioco” perverso che da tempo ha assunto forme e connotati precisi, con l’intenzione di riabilitare chi ha reso parte del ‘900 un secolo drammatico e tragico. Non è questione di ignoranza (intesa come il non sapere), quanto piuttosto un meccanismo studiato e reiterato che trova assolutamente terreno fertile nel clima di tensione, odio, violenza e intolleranza come quello in cui stiamo vivendo. Deve far riflettere che ci sia ancora chi, all’alba del 2020, sia tanto accecato da una delle più ignobili ideologie da non riuscire a mantenere il silenzio neanche di fronte a una delle tragedie più devastanti della storia, offendendo pesantemente la memoria delle vittime e la dolente testimonianza di chi gli è succeduto.