Faenza. All’insegna dell’Emilia Romagna Festival &Teatro Masini Musica, la sera di venerdì 29 Ivo Pogorelich ha tenuto un concerto che non sarà facile dimenticare. Sulla qualità e sulle doti dell’interprete non occorre dilungarsi: i premi che gli sono stati assegnati, i concorsi di importanza mondiale vinti e l’unanimità dei giudizi della critica, disegnano uno dei grandi pianisti del momento e, forse, uno dei più grandi di sempre.
L’ascolto del concerto di venerdì ha confermato puntualmente le attese: la sicurezza nell’esecuzione, la straordinaria dolcezza dello scaturire dei suoni e, dove l’espressione lo richiede, la forza dell’interpretazione hanno reso la serata indimenticabile. Ciò che tuttavia ha colpito maggiormente e confermata la presenza di un grande interprete, è stata la facilità con la quale Ivo Pogorelich ha saputo trascinare il pubblico attraverso oltre due secoli di storia musicale rendendo la sensazione di trovarsi di fronte a interpreti diversi, tanta è stata la sua capacità di interpretazione di autori ( e di pezzi assai famosi) diversissimi tra di loro per la storia è l’evoluzione dell’arte della composizione cameristica.
La suite inglese n. 3 di Bach ha rivelato nel l’interprete una sensibilità del tocco superiore unita ad una vivacità e precisione di altissimo livello; la sonata op. 22 di Beethoven ha visto trasformarsi l’interprete con una rapidità impensabile e i suoni sono divenuti dolci e carezzevoli, le armonie decise ma aperte che sono divenute festose nel finale allegretto. Dopo l’intervallo si è potuto ascoltare un Chopin come da tempo non accadeva: la dolcezza del tocco e le pause nella leggera diffusione del suono hanno reso la famosissima “Barcarolle” un piacere nell’ascolto e il preludio op. 45 non verrà dimenticato grazie alla profondità dell’interpretazione. Un altro salto del tempo ci ha trasportati nell’ultimo secolo del secondo millennio e Maurice Ravel ha fatto il suo ingresso in teatro con un “Gaspard de la nuit” ricco di brio, di fortissimi misurati con maestria e tesissime cadenze indimenticabili.
I lunghi e sentiti applausi al termine di ogni esecuzione e il lunghissimo tributo riservato all’interprete al termine del concerto hanno sottolineato la certezza di aver partecipato ad un evento non facilmente ripetibile, ad un’esecuzione musicale di altissimo livello.
(Mauro Magnani)