Nel ravennate c’è Piangipane; al limite del paese c’è il Teatro Socjale. La “j” è una licenza artistica del decoratore.
E’ grazioso, ben tenuto e ben gestito anche sul piano artistico, tanto che ha ospitato e ospita eventi di livello.
La sua storia è speciale: i braccianti della Cooperativa agricola di Piangipane tra il 1911 e il 1920 comprarono il terreno e costruirono il loro Teatro perché volevano elevare culturalmente se stessi e i propri figli. Pensiero che allora dovette suscitare scalpore e scandalo, tenuto conto del livello di istruzione che potevano vantare i braccianti.

Stimolo e supporto vennero dalla situazione socio-politica della zona caratterizzata dalla forte presenza repubblicana e socialista e da una diffusa economia collettivistica. Il Teatro subì l’ evoluzione sociale ed economica fino al 2007 quando la comunità di Piangipane potè annunciare il ritorno del Teatro Socjale alla sua gente.

Leggendo la storia del Teatro, è stato spontaneo il parallelo con la vicenda dei 9 meccanici e fabbri che 100 anni fa diedero vita ad una cooperativa che sarebbe diventata la Sacmi. Quando una comunità non si gira dall’altra parte ma affronta a testa bassa le difficoltà o il disagio , allora il percorso diventa virtuoso e il coraggio di uno o di molti si fa motore di sviluppo. Le centinaia di persone e dipendenti che hanno visitato la Sacmi giorni fa, esprimono attenzione, curiosità, stima, affetto e gratitudine.

Nel contempo si rinnova una sorta di contratto etico della Sacmi con la comunità locale e con quella più ampia, senza confini, come si addice ad un ambasciatore di un’ economia cooperativa capace di conciliare economicità, mercato e socialità.

Come sarà la Sacmi tra 100 anni ? Ci saranno molteplici mutazioni del quadro socio economico, ma le intelligenze e i saperi coltivati fin da oggi con perseveranza e sapienza saranno il migliore viatico per un futuro di speranza. Il ricordo carico di umanità dei 9 meccanici di 100 anni fa e dei braccianti di Piangipane di 100 anni fa merita non solo rispetto ma esaltazione del progresso ottenuto, quale premessa del futuro in costruzione.

Imola in tutto questo panorama di attualità senza tempo, deve mettere in campo le risorse migliori per superare un periodo difficile in un quadro complessivo pieno di incognite. Nessuno può chiamarsi fuori: alla forze politiche e sociali spetta il compito di dare credibilità e consenso alle istituzioni locali, mentre alla rete delle imprese, soprattutto quelle trainanti, spetta stimolare il quadro politico affinchè la parentesi temporale più complessa sia breve e il recupero sia il frutto di un impegno corale veloce e produttivo.

(Vittorio Feliciani)