Uno dei capisaldi del programma del Movimento 5 Stelle sembra andare rapidamente sgretolandosi. Le diarie convogliate sulla piattaforma Rousseau nel 2019 hanno registrato una caduta libera. Sono pochi, pochissimi coloro che attualmente restituiscono parte del loro compenso da “onorevole”.
I numeri, se confermati, sono a dir poco impietosi. A novembre scorso risulterebbero in regola solamente 5 senatori su 101, mentre per la Camera addirittura solo 10 deputati su 116.
La novità, a partire dal prossimo anno, prevederebbe un bonifico in un conto intestato ai capigruppo ed a Luigi Di Maio. Un bonifico di duemila euro cadauno, su un conto di un comitato. Questo meccanismo, ideato per evitare ulteriori ammanchi e rinvigorire le casse del partito, non ha però raccolto entusiasmo tra gli eletti.
Ricordiamo tuttavia che le mancate restituzioni sono ormai una delle maggiori cause del calo di voti del Movimento 5 Stelle.
Se Di Maio non dovesse riuscire a far rientrare i fondi, è ipotizzabile un ulteriore danno d’immagine
per il partito. Alla luce del vanto tanto osannato in campagna elettorale dagli stessi che adesso hanno preferito violare uno dei massimi comandamenti grillini.
Certo, è comprensibile che un onorevole non voglia privarsi di un simile stipendio, anche in virtù di un futuro ricco di incognite. Forse però, era meglio dirlo subito.
Tuttavia, Di Maio e gli altri big sono giunti a lanciare un ultimatum ai “morosi”, che dovranno mettersi in regola entro fine anno. Sembra difficile, vista l’enormità della cifra.
Tra quelli che non restituiscono ce ne sarebbero per tutti i gusti: quelli che versano poco, in numero minore rispetto a quelli che nel 2019 non hanno restituito neanche un centesimo.
Ci sono naturalmente anche nomi conosciuti: il senatore Michele Giarrusso, l’ex ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti, Nicola Acunzo, Nadia Aprile, Santi Cappellani, Daniele Del Grosso, Federica Dieni, Flora Frate, Francesca Galizia, Marta Grande, Mara Lapia, Paolo Romano, Gianluca Vacca e Andrea Vallascas. Dal Sento invece spuntano i nomi di Cristiano Anastasi, Vittoria Bogo, Alfonso Ciampolillo, Luigi Di Marzio, Fabio Di Micco e Pietro Lorefice.
Questa lista prevede il mancato aggiornamento delle restituzioni, nell’apposita app “Ti Rendi-Conto”.
Tra i ritardatari si trova il nome di Alfonso Bonafede, fermo ad agosto, Stefano Buffagni a settembre, Laura Castelli a ottobre, Federico d’Incà, Carla Ruocco e Giulia Grillo ad aprile. Per quanto riguarda i ritardi arrivati da Palazzo Madama invece figurano Nunzia Catalfo da marzo, Barbara Lezzi da agosto, Vito Crimi e Danilo Toninelli da giugno. Per tutti coloro che non hanno mai restituito parte delle diarie, è previsto l’intervento dei probiviri, con sanzioni disciplinari che potranno arrivare fino all’espulsione. Ci sono, dall’altra parte, quindici deputati che invece hanno sempre rispettato le regole imposte dal Movimento: sono i senatori Giorgio Fede, Barbara Floridia, Gabriele Lanzi, Arnaldo Lomuti e Fabrizio Trentacoste e i deputati Raffaele Bruno, Stefania Ascari, Lucia Azzolina, Antonio Federico, Riccardo Olgiati, Davide Serritelle, Carlo Sibilia, Arianna Spessotto, Luca Sut e Davide Tripiedi.
(Aris Alpi)