Bologna. “Il capitolo discarica di Tre Monti è chiuso. Punto”. Questa la dichiarazione del governatore Stefano Bonaccini riguardo al sito di via Pediano ritornato alle cronache dopo la conferenza di servizi che si è svolta la scorsa settimana in viale Aldo Moro.
“La Regione Emilia-Romagna – puntualizza Bonaccini – si è sempre rimessa alla giustizia amministrativa e non intende in alcun modo aggirare le sentenze, né tornare sulla questione. La Conferenza dei servizi che si è svolta è un adempimento tecnico che dà corso alla sentenza del Consiglio di Stato. Il capitolo è chiuso.”
Parole dall’indubbio sapore definitivo che si innestano in una vicenda che aveva messo la Regione in difficoltà stante il parere negativo del Mibact riguardo la sopraelevazione. Proseguire il percorso autorizzativo ambientale in un contesto normativo chiarissimo, spacchettare la stessa procedura in due tronconi – uno per la sopraelevazione e uno per l’ampliamento dopo avere presentato (Con.Ami e Herambiente) un progetto unico – è stata letta da molti come una forzatura. Forzatura alla quale la regione Emilia – Romagna non si è forse opposta come molti speravano. Lo stesso procedimento giudiziario, dopo la bocciatura al Tar felsineo, poteva essere risparmiato stante le motivazioni inequivoche già espresse in primo grado.
Tutto questo non ha certo messo in buona luce la politica regionale sulla gestione dei rifiuti, ancora largamente incentrata, lamentano i comitati civici un po’ in tutto il territorio, – al di là delle dichiarazioni e dei piani approvati – sull’incenerimento e sulle discariche.
Se la discarica Tre Monti chiuderà definitivamente, dopo più di 40 anni di attività, lo si dovrà soprattutto al lavoro del Comitato vediamoci chiaro e dei molti cittadini che hanno messo in campo le loro ragioni contro un sistema politico che invece aveva fatto molto, forse troppo, per mantenerla in funzione.
(Verner Moreno)
Resta il fatto che per far valere i propri diritti, i cittadini hanno dovuto autotassarsi, spendendo decine di miglia di euro (!), e che proprietà e gestore ci abbiano tentato fino all’ultimo: solo il dopo elezioni ci dirà quanto sia credibile la sua ….. parola….
Se Imola non ha dovuto dotarsi nei primi anni duemila di un inceneritore di prima generazione altamente inquinante (non come quelli di oggi per intenderci, molto meno impattanti) lo si deve all’ampliamento della discarica Tre Monti operata in quegli anni. E in ogni caso continuare a professare una gestione dei rifiuti integrata senza una discarica ed un termovalorizzatore per ogni ambito significa raccontare una cosa impossibile. Oppure fare come a Roma…
Se quarant’anni vi sembran pochi…
Verner Moreno, buongiorno,
non solo la Regione Emilia Romagna (leggi GIUNTA BONACCINI) “non si é opposta alla forzatura dello spacchettamento”, ma dopo la sentenza contraria del TAR, con apposito atto amministrativo (n. 300 del 5 marzo 2018) a firma STEFANO BONACCINI, é ricorsa al TAR a sostegno delle pretese di CON.AMI ed HERAMBIENTE Spa.
In sostanza la posizione del PRESIDENTE STEFANO BONACCINI no é stata semplicemente “passiva”, ma ha operato attivamente perché la DISCARICA TRE MONTI POTESSE RADDOPPIARE LA PROPRIA CAPACITÀ.
Da non dimenticare inoltre che la “CONFERENZA DEI SERVIZI” convocata nei giorni scorsi in Assessorato Ambiente, si é tenuta a porte chiuse (meno gente ascolta, meglio é….).
Riconvocata per il 7 febbraio p.v. alle 9.30 con oggetto: Procedura di VIA “Progetto di ampliamento della Discarica “Tre Monti“: recupero volumetrico in sopraelevazione 3° lotto” nel Comune di Imola (Bo) proposto da CONAMI e Herambiente”!!!!
Caro Bonaccini, questi sono fatti, non chiacchiere elettorali.