Il 26 gennaio sarà (forse) una data da ricordare perché mai come questa volta un candidato di Centrodestra (Cdx) è vicino, almeno nei sondaggi, ad insediarsi alla presidenza regionale dell’Emilia Romagna; non sarà forse così in Calabria, qui la partita sembra già vinta da parte di Jole Santelli (Cdx) deputata di Forza Italia nei confronti di Callipo del Centrosinistra (Csx), con Francesco Aiello del Movimento 5 Stelle (M5S) a chiudere il cerchio dei contendenti.
Un “ribaltone in vista”, ha annunciato il leader leghista Salvini nella sua frenetica campagna elettorale in Romagna ed Emilia a sostegno della candidata del Cdx Borgonzoni, sforzo che ha pagato in quanto nei sondaggi è appaiata al presidente uscente Bonaccini (Csx) poco oltre il 40%, col M5S che non va oltre la percentuale ad una sola cifra; traguardo insperato e fino a ieri irraggiungibile, ma ora quantomai a portata di voto per i sostenitori di Centrodestra che intravedono la possibilità di vincere sul filo di lana e abbattere l’ultimo “santuario rosso”, culla del socialismo nazionale, trasformando la regione in un’altra realtà senza falce e martello, che segnerà la fine anche del governo Conte 2.
Il governatore uscente Bonaccini ha impostato dal canto suo tutta la campagna elettorale solo sui “numeri” ottenuti dalla propria amministrazione di Csx nel produrre reddito a favore di aziende e cittadini, sarà bastato a convincere gli oltre 3,4 milioni di elettori di una delle regioni più belle al mondo, che in Italia “funziona” meglio, e che da sempre vede con positività le proprie tradizioni, da quelle legate all’agroalimentare, al turismo e alla manifattura?
Per ora i sondaggi sembrano non convalidare la strategia dagli uomini del Csx, quasi a ricordar loro che la gente di questa regione ha sì votato Berlinguer ma anche Zaccagnini, Prodi ma pure Berlusconi e Salvini quanto Renzi, e che l’ipotesi di cambiamento malgrado un Pil in crescita importante nell’ultimo quinquennio, è diventata reale e sta oscurando il consenso “storico” in dote all’amministrazione uscente.
Da ciò si evince che è riduttivo (e a volte sbagliato) limitare alle sole cifre analisi e propagande elettorali, nell’ultimo triennio infatti il consenso per il Cdx in Italia è cresciuto, ribaltando il “quadro” e l’appeal; la sola Lega in tanti centri del Ferrarese, del Piacentino e del Ravennate è diventata infatti primo partito superando spesso il 40%, e questo insegna che “buon Pil” a volte non basta ma che di contro possono “pesare” di più altre politiche, soprattutto quelle (non) rivolte alle nuove generazioni.
Per alcuni la colpa di un’eventuale debacle da parte del Csx è da attribuire proprio alle realtà di eccellenza tanto decantate dal presidente Bonaccini in campagna elettorale, aziende e cooperative di “Motor Walley” (Ferrari, Ducati, ecc.) e Food Walley (Consorzio Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, ecc.), che sono state avversate (non senza qualche ragione) da parte di chi da tempo ha puntato il dito sulla poca sostenibilità ambientale delle loro filiere di produzione che inquinano aria, acqua e terra; imprese queste che per tanti elettori (soprattutto giovani) avrebbero dovuto avere fin da subito uno scopo ambientale oltre che il profitto.
(Giuseppe Vassura)
Conclusioni reali sulle motivazioni di un’eventuale debacle: tanta propaganda, ma pochi fatti, a cominciare dal rispetto di quelle poche regole approvate. I cittadini hanno e devono continuare a difendersi con le carte bollate, ma non cambierà nemmeno con una possibile vittoria del centro destra……