Per ricordare un Sindaco non occorre un’ enciclopedia di ricordi, bastano alcuni episodi che ne hanno contraddistinto il ruolo. Per Bruno Solaroli è sufficiente elencare alcuni caratteri fondanti: ascolto, concretezza, decisione, amore per la sua Città, Imola, e per tutti gli imolesi.

Bruno Solaroli

Aveva un grande rispetto personale e politico per la Dc e i suoi rappresentanti dentro e fuori le Istituzioni, sulla base della lealtà istituzionale, della correttezza personale e della coerenza politica, il tutto declinato nella reciprocità. La solidarietà nazionale lo vide pronto a coglierne il senso profondo e la prospettiva che nasceva all’orizzonte.

La tragedia di Aldo Moro scombinò tutto, ma Bruno capì che il mondo, non solo politico, stava mutando e il grande discorso che pronunciò in una piazza Matteotti piena di bandiere Dc e Pci fu l’avvio di un nuovo modo di vedere e valutare i percorsi politici e relazionali di tutti: gli occhi lucidi lasciarono il segno in ognuno.

Quel drammatico 9 maggio 1978 diede vita e speranza al seme che nel 1995 sarebbe germogliato nel centro sinistra. S.E. Mons Luigi Dardani, con il ruolo della Pastorale del Lavoro, seppe intrattenere con Solaroli un rapporto che si potrebbe definire alla pari perché mirato al bene delle Comunità. Dardani ricordava Dossetti; Solaroli, Zangheri.

L’ orazione-saluto della Città di Imola nel corso del funerale di Mons Dardani fu affidata a Bruno Solaroli, proprio per il stretto rapporto che superava gli stretti obblighi istituzionali. La strada era aperta: libera Chiesa in libero Stato con Bruno da allora diventava incontro tra due libertà. Alla Famiglia sincero cordoglio perché hanno perso una Persona amata che ha goduto della stima dell’intera Città.

(Vittorio Feliciani)