Imola. L’effetto Coronavirus non ha solamente spento la “movida” imolese nel week-end dal 6 all’8 marzo con poche persone nei bar all’ora dell’aperitivo e l’eliminazione dei buffet perché possono in effetti creare assembramenti e favorire atteggiamenti poco igienici.
Già l’11 marzo alcuni bar e ristoranti hanno deciso di chiudere di propria volontà fin dal mattino o a ora di pranzo nonostante per ora il divieto sia alle 18 e dunque potevano restare aperti. Un’attività solitamente piena di gente all’ora di pranzo come il Bar Roma, da lunedì 9 marzo, aveva subito un calo dei clienti. Ora su una piccola lavagna vicino alla porta d’entrata su piazza Gramsci c’è la scritta “Chiuso, si spera di aprire presto”.
Il mini-ristorante vegano in via Orsini, anch’esso spesso molto frequentato da clienti affezionati, l’11 marzo ha aperto per l’ultima volta. “Cucinot da domani è chiuso fino a che la situazione si sarà risolta. Speriamo di riaprire a inizio aprile, ci abbiamo pensato a lungo e ci dispiace molto ma ci sembra la cosa più responsabile da fare. State bene e ci vediamo presto, la verdura non si scorda di voi. A parte il fatto che non è economico tenere aperti per 5 o 6 persone che vengono a prendere l’asporto o poco più, vogliamo essere in linea con il messaggio ‘nazionale’ che è chiaro, ovvero quello che invita tutti a restare a casa il più possibile e a uscire solo per qualcosa di indispensabile”.
Pure il BarCode sotto la galleria dell’ex palazzo del Fascio ha deciso di chiudere i battenti: “Noi stiamo a casa perché prima torniamo liberi. Prima capiamo, meno persone si contagiano e molte persone non moriranno…”. File, molte persone con la mascherina, l’11 marzo a metà pomeriggio davanti alla Coop in centro e alla Clai che comunque saranno aperte fino a venerdì.
Altri bar e ristoranti per ora resistono, ma fino a quando? Già sabato e domenica prossimi dovranno restare chiusi per ordinanza comunale.
(m.m.)