“Confido nella natura per le solite leggi di bellezza e utilità. La primavera pianterà e l’autunno raccoglierà, fino alla fine dei tempi. ” (Robert Browning)

primavera fiori pesco

Le semine di primavera sono tante, tra cui quella, in marzo, della canapa, prodotto molto redditizio, che non mancava mai nei poderi di una volta. Agli inizi del Novecento eravamo tra i primi produttori mondiali. Nel 1940 l’Italia dedicava alla coltura della canapa novanta mila ettari del proprio territorio. Producevamo più canapa di quanto se ne produce oggi in tutto il mondo.

Con la semina, la primavera vanta la caratteristica crescita del prato. L’erba nuova, le margherite, i fiori e le api. I nuovi insetti che danno nuova vita ai nostri prati.

“Un filo d’erba non è nulla
ma senz’erba la terra è brulla.
Metti un filo e l’altro a lato:
filo più filo formano un prato.” (Filastrocca popolare)

I prati di primavera sono uno spettacolo di fiori e un brusio di api. La natura rinasce, si rinnova, indifferente alle varie vicende umane.

“Mi sento come un campo seminato nel cuore dell’inverno, e so che la primavera sta arrivando.
I miei ruscelli prenderanno a scorrere, e la piccola vita che dorme in me salirà in superficie al primo richiamo. (Kahlil Gibran)

All’inizio della primavera le donne andavano al Po, allora pulito, a sciacquare il bucato. Caricavano il mastello sul carrettino e andavano a finire il lavoro iniziato in corte.
Per le lenzuola e gli altri panni bianchi, ammucchiati in una cassa di legno durante i mesi invernali, era arrivato il momento del bucato. Il mastello veniva coperto con un telo di lino, e sopra vi veniva fatto il tratto su con la cenere, scaglie di sapone marsiglia e paioli di acqua bollente, scaldata sul camino.

I panni venivano lasciati in ammollo fino al giorno dopo e più, sbattuti poi sullo scanno e strizzati, venivano infine messi in un altro mastello e caricati sul carretto per essere portati al fiume, oppure nei canali dove l’acqua correva più svelta e limpida.
Di solito, dentro l’acqua rimasta nel mastellone si mettevano in ammollo i panni colorati, e si ripeteva anche per essi quello che si era fatto per i bianchi. A volte, sulla riva del fiume o dei canali c’erano dei boscaioli che facevano legna per l’inverno.

(Da “La Campagna Appena Ieri” – Adattamento Aris Alpi)