L’hashtag ” #Io resto a casa” delle ultime settimane è ormai entrato in ogni computer, tablet, smartphone che si rispetti. Tutti, specie i volti noti dello spettacolo, ripetono giustamente fino alla nausea l’ormai noto invito a non uscire. Però, dimenticando troppo spesso i meno fortunati. Chi una casa non ce l’ha. Sarà un caso?
Queste persone vivevano una vita di stenti anche prima di quest’epidemia. Ora, che i servizi essenziali a persone indigenti non sono garantiti, possiamo ben immaginare a quale destino siano abbandonati.
I noti posti di accoglienza hanno rivoluzionato l’ospitalità, talvolta interrompendola per poter far fronte all’epidemia e riorganizzare l’accoglienza. Diversi clochard hanno riferito come in questi giorni, sia quasi impossibile trovare un luogo per farsi una doccia. Alcuni di loro, sono stati costretti a bruciarsi gli ultimi risparmi per poter dormire in un Bed and Breakfast.
La nota realtà bolognese “Avvocato di strada” lancia un accorato appello in proposito, tirando le orecchie alle massime cariche dello Stato “Adesso però non si può più far finta di nulla. Adesso stiamo duramente imparando che ci si salva solo insieme, ricchi e poveri, giovani e anziani, italiani e stranieri.Adesso dobbiamo trovare una soluzione anche per gli ultimi, perché, in questa situazione drammatica, abbiamo compreso che “loro” siamo noi.”
Così spiega l’associazione presieduta da Antonio Mumolo che sottolinea come i casi di senza tetto in Italia, rasentino le 50.000 persone. Chiedendo di far cessare immediatamente l’irrogazione di sanzioni alle persone senza dimora per il solo fatto di trovarsi “fuori casa” senza motivo.
Di stanziare somme per consentire ai comuni di fornire un tetto alle persone senza dimora, utilizzando palestre, capannoni o altri edifici pubblici o privati.
E di garantire il loro diritto alla salute, consentendogli l’accesso immediato alle cure: assegnando loro un medico di base pur in assenza di residenza.
Dozzine i legali firmatari della proposta di occuparsi anche dei meno fortunati. Che tutti, in queste settimane hanno dimenticato anche solo di citare nei loro interventi.
L’appello è aperto a chiunque: singoli cittadini, associazioni, comitati ed è possibile sottoscriverlo a questo link.
(Aris Alpi)