Brescia. Non sono solamente i sanitari a tenere ritmi serrati di lavoro in queste settimane. Purtroppo, nessuno considera la vita dei dipendenti delle catene della grande distribuzione. Poco riposo anche durante il resto dell’anno e, specie in questo periodo, condizioni igieniche precarie e rischio alto di contagio. Banconote, spesa, assembramento dei clienti, sono solo alcuni dei rischi ai quali sono sottoposte costantemente le lavoratrici.
È quanto capitato a una ragazza di appena 48 anni, deceduta per Coronavirus il 20 marzo. Lavorava come cassiera in un noto discount di Brescia, una delle province più flagellate dal virus invisibile.
Da una settimana aveva la febbre alta, poi, nella notte tra il 19 e il 20 marzo scorsi, le sue condizioni sono diventate critiche. È morta in casa, da sola. Non era stata ricoverata in ospedale.
Al momento, il punto vendita dove la lavoratrice prestava servizio, è stato momentaneamente chiuso per far sì che venga fatta una sanificazione dell’intera struttura.
I sindacati, nel frattempo, hanno chiesto la chiusura di tutte le attività produttive non indispensabili.
Nel frattempo, ci sono state denunce anche nei settori delle pulizie e nella vigilanza. Ad alcuni lavoratori viene chiesto di prestare servizio anche senza la mascherina. L’Usb ha proclamato uno sciopero generale. La Fiom ha segnalato che la multinazionale Abb ha proposto un flash mob con foto dei dipendenti.