È ancora presto, molto presto, prima ancora del solito orario che mi consente di arrivare puntuale nella scuola primaria dove insegno. Mi alzo: ho un problema da risolvere. O un’opportunità da cogliere. Che poi a volte coincidono. Le lezioni in classe sono sospese da alcuni giorni, ma il fare scuola non è sospeso.
Non siamo nella necessaria e riposante tregua estiva, ma nel pieno di un’emergenza sanitaria, e non possiamo lasciare soli i bambini proprio adesso. Non sono soli, direte voi, sono tutti nelle loro case rassicurati dalla vicinanza dei famigliari, ma la Scuola è tanta parte della vita di un bambino, quanto la famiglia, e tutta quella parte lì non può scomparire di punto in bianco.
Eccomi allora alle prese con computer e telefonino, perché solo così adesso possiamo arrivare. Abbiamo delle direttive comuni, ragionate e condivise, mica siamo lasciati alla libera intraprendenza personale. Cos’ha detto la Dirigente nella riunione in videoconferenza? Ah, sì, che non sono prioritari i contenuti didattici adesso, ma che l’importante è far sentire la vicinanza e la presenza della Scuola. E che bisogna avere l’attenzione necessaria per leggere ed individuare possibili casi di disagio affinché nessuno rimanga da solo.
Ecco allora che possono scendere in campo i rappresentanti di classe: raccolgono informazioni e ci comunicano i nomi di quelle famiglie che per i più svariati motivi non entrano nel Registro Elettronico. Bisogna raggiungerle in altro modo: chiediamo allora l’indirizzo e-mail.
Adesso che penso di poter arrivare a tutti mi attrezzo per fare la mia parte. Registro un bel messaggio video, il mio faccione in primo piano, magari faccio vedere anche il gatto, visto che ne parlo spesso in classe, e perché no, ci infilo anche un piccolissimo argomento di studio. Alla fine ho parlato per più di 10 minuti … e infatti, ecco, non riesco a caricarlo sul registro Elettronico. È stato potenziato, ha aperto nuove possibilità di interazione con le famiglie, anche, ma il mio video non lo supporta. Devo trovare un’altra soluzione.
Certo, in classe questi problemi non ci sono, ce ne sono altri, magari, ma questi sono del tutto nuovi. Videochiamata di gruppo con i colleghi di team, anche questa è una cosa che ho imparato a fare proprio in questi giorni. C’è sempre chi è più esperto e pronto a dare una mano. Infatti scopro che posso trovare una via alternativa: carico il mio video sul Drive di Google, esiste una funzione che consente di condividere il file, copio il link su un foglio di Word ed allego solo questo al RE. Pensavo fosse più complesso.
Allora via, la comunicazione passa a tutti i colleghi, perché le buone pratiche vanno condivise e messe a disposizione. Di tutti i colleghi? No, di tutti i bambini. Addirittura un collega realizza un vademecum, con le istruzioni passo passo di alcune pratiche di Didattica a Distanza che si possono mettere in atto. E viene reso disponibile per tutto l’Istituto. È già ora di pranzo? E che cosa ho fatto per tutta la mattinata? Un video di 12 minuti. Beh, ma forse è anche qualcosa di un po’ più grande.
Butto la pasta e nel frattempo continuo a rispondere a telefonate e messaggi dei colleghi. Certo che noi tutti non siamo mai stati così vicini e in contatto come in questo periodo. Dopo pranzo il lavoro continua. La collega di sostegno è riuscita a raggiungere il nostro bimbo certificato con una telefonata, lui è stato contento di sentirla e la mamma ha ricevuto indicazioni per fargli svolgere qualche lavoro e per sapere come intendiamo proseguire nei prossimi giorni.
Adesso io raccolgo i lavori dei colleghi di team e spedisco via mail il tutto per quelle famiglie che non entrano nel Registro. Sento di nuovo la rappresentante. Mi rassicura, non tutti hanno un computer e la connessione Internet, ma restano in contatto, telefonicamente o per messaggio, e lei manda foto o video sul telefonino. La ringrazio di cuore e intanto penso che, come sempre, il valore aggiunto sta nel fare gruppo, nell’essere accoglienti ed inclusivi.
Penso adesso al lavoro per domani. Voglio leggere loro una storia, dare un po’ di continuità alle abitudini della classe. Scelgo una fiaba che parla di “Caldomorbidi”, che in realtà non si sa bene cosa siano, si tratta di qualunque cosa che faccia sentire meglio gli altri, che dia in chi la riceve una sensazione di calore e morbidezza. Mi sembra anche attuale. Allora scansiono le pagine e ne faccio un Power Point, poi la mia voce leggerà con loro la storia.
Intanto l’animatore digitale dell’Istituto mi manda gli account che avevo chiesto per poter utilizzare Google Classroom. Non è facile adoperare questi strumenti con la nostra fascia di età, i bambini non sono autonomi con l’uso delle strumentazioni, non è detto che riescano a collegarsi tutti alla stessa ora e con un adulto accanto, ma nel team abbiamo stabilito, almeno una volta ogni tanto, di utilizzare Google Meet per poterci sentire e vedere “in diretta”, con i bambini. Sai che confusione!! Ma sai che divertimento, per loro! La giornata è quasi finita.
Prima di mettermi a letto però leggo la posta in arrivo e rispondo alle letterine dei bambini. Chi mi racconta la sua giornata, chi dice che a casa ha finito i libri da leggere e per questo gli manca la biblioteca scolastica, chi manda la foto dei gatti o del cane, chi dice di essere un po’ “preoccupato” e allora va rassicurato. Ci sono anche dei videomessaggi: mi sembra di entrare un po’ nelle loro case e ancora di più nelle loro vite. Che bello! Si conclude, così, un giorno di ordinaria Didattica a Distanza. Parola di maestra.
(Docenti scuola primaria Ic 2 Imola)
“Il bisogno fa imparare”. Quanta saggezza nei proverbi…
E’ possibile far mandare video messaggi, senza firme di approvazione da parte dei genitori? Come la mettiamo con la privacy? Grazie, Anna
Tutto vero, grazie per averlo scritto così bene e soprattutto con positività non con le solite lamentele inutili in un momento così difficile!