Bruxelles. Di fronte all’epidemia di coronavirus, i governi nazionali moltiplicanogli interventi di emergenza, coadiuvati dalle istituzioni europee, che cercano di coordinare la risposta e alleviare la situazione nei paesi più colpiti. “Gli interventi straordinari devono riguardare anche il comparto agroalimentare”, sostiene l’europarlamentare Herbert Dorfmann, coordinatore del Partito popolare europeo in commissione agricoltura.

Il settore agricolo europeo, infatti, da un lato è centrale per la tenuta del sistema economico e dall’altro rischia più di altri di pagare il costo delle limitazioni introdotte per tentare di rallentare l’epidemia. Per venire in soccorso al comparto, nei giorni scorsi la Commissione europea ha deciso di autorizzare tutti gli stati membri a prolungare di un mese (dal 15 maggio al 15 giugno) il termine entro il quale gli agricoltori possono presentare domanda per pagamenti diretti e alcuni pagamenti per lo sviluppo rurale. “Si tratta di una misura che va nella giusta direzione, ma non è abbastanza per garantire la sostenibilità economica del settore. Dobbiamo anticipare ogni difficoltà che potrebbe ostacolare la corretta implementazione della politica agricola comune.

Herbert Dorfmann

Innanzitutto, è assolutamente necessario che i pagamenti vengano effettuati tempestivamente”, spiega Dorfmann.

A ciò si aggiunge la situazione sui mercati agricoli. “Nelle settimane a venire, alcuni mercati si troveranno in difficoltà. Penso a quelli legati ai prodotti primaverili o a prodotti la cui commercializzazione in parte dipende dal settore gastronomico, come il vino. Dobbiamo tenere sott’occhio questi settori e, in caso di necessità, intervenire.

Per questo nei giorni scorsi, noi europarlamentari membri della commissione agricoltura abbiamo chiesto espressamente alla Commissione europea di elaborare una strategia per i settori più colpiti, che includa nuove linee di aiuto per gli agricoltori vittime dell’emergenza”, continua Dorfmann, che rimarca anche l’importanza di continuare a garantire la libera circolazione nell’Unione di generi alimentari, prodotti necessari all’attività agricola e lavoratori stagionali. “Si tratta di misure urgenti, che richiedono tempo e risorse ingenti. Questo vuol dire che iniziative non immediatamente essenziali, come la strategia per un’agricolturaeuropea sostenibile, nota anche come Farm to Fork, devono essere rimandate.

L’inizio dell’iter legislativo della strategia Farm to Fork era previsto per fine mese. Il perdurare della situazione d’emergenza obbligherà a posticipare la presentazione di questo progetto ad autunno. Un discorso analogo vale anche per la riforma della PAC: è il momento di dare sicurezza agli agricoltori e non di creare ulteriori incertezze introducendo nuove regole e restrizioni. Lasciamo che gli agricoltori producano con la massima serenità possibile i prodotti alimentari di cui abbiamo bisogno in questo momento particolare”, afferma il coordinatore del Ppe in

commissione agricoltura. La crisi di coronavirus riporta l’attenzione su un elemento a lungo dato per scontato in Europa: la disponibilità di prodotti alimentari come elemento essenziale per la vita delle nostre comunità. “Ce ne si rende conto solo ora che, per la prima volta dopo decenni, gli scaffali semivuoti sono tornati a essere la realtà in molte parti del continente. Auspico che questa rinnovata consapevolezza giochi un ruolo anche nelle scelte che verranno prese dopo la crisi”, conclude Dorfmann.

(a cura di u.s.)