Milano. Ha suscitato attenzione e curiosità l’arrivo dei medici cubani in Italia (più precisamente in Lombardia). Abbiamo chiesto ad Aldo Garzia a lungo corrispondente da Cuba, di parlarci dell’importante realtà sanitaria dell’isola.
Medici cubani in Lombardia contro il coronavirus. Molti hanno scoperto in questa occasione che una piccola isola dei Caraibi – undici milioni di abitanti – ha un settore sanitario d’avanguardia. Brigate mediche cubane sono partite in questi giorni per altre destinazioni in America latina e Africa per combattere il virus.
L’Avana esporta infatti medici, infermieri, ingegneri, architetti, tecnici in genere con appositi contratti di cooperazione insieme ai propri prodotti farmaceutici. Dopo la rivoluzione del 1959, Cuba è diventata miniera di produzione di “cervelli” e professionalità utili alla causa di emancipazione dei paesi arretrati. Fidel Castro ha sempre battuto il tasto dell’idea dell’isola come avamposto culturale e scientifico.
Numeri e statistiche parlano chiaro. Cuba è ai primi posti nella classifica dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ecco alcuni dati: oltre 60 mila medici, 281 ospedali, 442 policlinici, 169 cliniche odontoiatriche, centinaia di pronto soccorso e di guardie mediche nelle zone rurali, medici di famiglia. In via di sviluppo costante è pure l’industria farmaceutica che produce interferone, melagenina. Vaccini cubani contro la meningite B vengono usati in molti paesi latinoamericani assieme a sistemi di rapida diagnosi del virus Hiv dell’Aids. Un farmaco di fabbricazione cubana denominato Ppg tiene sotto controllo il colesterolo, un altro combatte la meningite da meningococco. Cuba fabbrica pure protesi meccaniche. Anche la ricerca scientifica è all’avanguardia con il Centro d’ingegneria genetica e di biotecnologia dell’Avana inaugurato nel 1986. Di grande interesse pure il Centro di immunologia molecolare, dove si producono anticorpi monoclonali e si sperimentano vaccini contro il cancro. Nell’isola si operano pure i trapianti, unico paese in America Latina.
Negli ultimi anni non è stato facile essere solidali con L’Avana. Troppi acritici pro e contro. Il modello sociale e politico cubano ha invece una sua storia che va rispettata: non è un caso che abbia resistito alla caduta del Muro di Berlino del 1989 e poi abbia dovuto reinventarsi resistendo alle intemperie. Dissentire a volte da Cuba fa bene agli stessi cubani: per esempio sulla reintroduzione della pena di morte nel 2003, sul rigido modello economico del passato, sull’eccessivo burocratismo, sulla sottovalutazione del ruolo del pluralismo delle idee. Sulla sua indipendenza e contro l’embargo statunitense invece Cuba va sempre difesa. Peccato che le speranze di disgelo suscitate nel 2016 dal viaggio di Barack Obama nell’isola siano state tradite e l’anacronistico blocco economico a stelle e strisce sia tuttora in vigore.
E’un buon metodo essere solidali in questo modo. Gli amici non devono sempre dire “sì”. Chi conosce le altre realtà latinoamericane deve riconoscere i risultati culturali e sanitari di Cuba. L’isola era già balzata agli onori della cronaca del coronavirus nelle scorse settimane per via della notizia che un suo medicamento è stato usato con buoni risultati in Cina contro i colpiti dal coronavirus. La medicina cubana oggetto ora dell’attenzione mondiale è l’Interferone Alfa 2B prodotto dal Centro di ingegneria genetica e biotecnologia dell’Avana, polo scientifico di fama e prestigio internazionali. Si è pure appreso che la Cina ha iniziato a fabbricare in proprio il medicamento grazie alla collaborazione con medici cubani nell’istituto farmaceutico Changheber nei pressi di Jilin.
Per tutte queste ragioni, non si giustificano l’embargo statunitense datato 1962 e il boicottaggio dell’industria farmaceutica mondiale nei confronti dell’Avana. Di conseguenza, negli ospedali cubani scarseggiano medicine di prima necessità accentuando la contraddizione tra primati sanitari, esportazione di medici e vita quotidiana. Eppure basterebbe che la medicina cubana avesse il ruolo che merita nel mercato internazionale.
(Aldo Garzia)
Solita retorica post-comunista.
Per chi vuole leggere qualcosa di reale consiglio il sito della lanuovabq.it cercando l’articolo “Costosi e impreparati: chi vuole da noi i medici cubani”.
http://www.lanuovabq.it/it/costosi-e-impreparati-chi-vuole-da-noi-i-medici-cubani
Legga anche lei signor Aldo, così magari impara.
Solita retorica post-comunista.
Per chi vuole leggere qualcosa di reale consiglio il sito della lanuovabq.it cercando l’articolo “Costosi e impreparati: chi vuole da noi i medici cubani”.
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