Massa Lombarda (RA). Per noi, per chi ha responsabilità diffuse in merito alla “cosa pubblica”, domenica 23 febbraio è ufficialmente iniziata un’esistenza ulteriore, che si è con forza inserita nella vita a cui (mai un attimo identico all’altro ovviamente) eravamo abituati. Sì, quella convocazione in fretta e furia di domenica sera in Prefettura che mi ha condotto, al pari dei miei colleghi, dei vertici dello Stato presenti in provincia, dell’Ausl, delle forze dell’ordine, della protezione civile per fare il punto della situazione ha costituito (l’avremmo drammaticamente compreso qualche giorno dopo causa l’avanzare del contagio, ora pandemia) uno spartiacque.
E, come dentro un incubo, Coronavirus, Covid-19 sono diventati i sinonimi di apprensione, ansia, fatica, timore, impegno ulteriore. Sì, questo nemico invisibile ci ha portati inesorabilmente a dover ri-vedere, ri-pensare, ri-progettare tutto, dalla quotidianità alla prospettiva. E quindi tutti, ma proprio tutti, consapevoli del gravissimo pericolo per la salute propria, dei propri cari e degli altri avranno attivato comportamenti responsabili, rispettosi dei decreti ministeriali, delle ordinanze regionali e sindacali, vero? No, per ignoranza, incoscienza, disprezzo delle regole a prescindere, c’è chi continua a fare esattamente ciò che ritiene più giusto, bello, utile per sé stesso, facendo tristemente primeggiare egoismo e indisciplina.
Allora mi chiedo: ma cosa deve succedere per far comprendere alle persone che il germe (questo ahimè non invisibile) dell’odio per gli altri, del rancore, dell’individualismo si riduca fino ad essere estirpato? Quanti guasti hanno fatto in questi anni gli appelli all’uomo forte, al sovranismo, alla caccia al “diverso”? E ora che il “diverso” siamo noi? Ora che c’è chi non comprende (o non vuole, o non riesce) a comprendere che i comportamenti irresponsabili non ci portano ad essere “in pericolo”, ma a diventare “il pericolo” per tutti, occorre alzare i toni, le restrizioni, i divieti.
Solo il distanziamento sociale può frenare il contagio, può permetterci di sconfiggere questo infido, invisibile nemico. Chi, come me, è stato chiamato dai cittadini ad assumere più responsabilità degli altri deve agire su due fronti in questo triste momento, il più difficile dal dopoguerra. Prevenire e reprimere, con la stessa severità, rigore, fermezza. Non ci sono altre strade percorribili se vogliamo, come tutti auspichiamo, uscire da questa tremenda fase e risollevarci tutti insieme.
(Daniele Bassi, sindaco di Massa Lombarda)