Cosa diranno ora tutti i miei insigni accademici (amici, colleghi e non) che hanno indottrinato, con i loro saggi europeisti, migliaia di studenti sull’importanza dell’esistenza inevitabile di un’Europa in un mercato comune dal respiro globale? Ora che la loro tanto sbandierata Europa ci ha chiuso tutti i portoni in faccia! Ora che è evidente che tutti ci hanno considerato dei fresconi, dei poveri ingenui da poter spolpare fino alle midolla per sfilarci da sotto il naso il nostro prestigioso stivale del made in Italy!

Noi Italiani, coacervo di culture regionali e locali che già faticano a stare in un’Italia unita, come avremmo potuto relazionarci in un’Europa politica che sopravvive solo nelle cartine geografiche degli atlanti scolastici? Questa è un’Europa distante dalla povera gente, ad uso esclusivo degli intellettuali, dei politici e dei banchieri. Un’Europa che prima ha fatto collassare la Grecia, patria della cultura occidentale ed ora cerca massima soddisfazione nel cancellare anche l’arte e l’estro dell’italico Bel Paese.

(Sante Boldrini)