Non lo so! E’ un vecchio sogno il mio, quello di sempre, quello di avere certezze. Mentre transitavo dal ragazzo all’uomo (si fa per dire) mi frullavano in mente un sacco di traguardi: quando arriverò lì … Mi è occorsa una vita quasi intera per rendermi conto, con la bocca amara, che non esistono traguardi da raggiungere ma solo sogni. Quando cessi di sognare finisce la vita.
Io non so se sia peggio la scelta degli Euro Bond o quella del MES (nuova inedita versione): vorrei tanto avere certezze, ma ne sono privo: lascio le certezze a chi se le può permettere e che vivano felici . Io non so se sia meglio un paese come l’Olanda che grida alla certezza della solvibilità mentre richiama a sé tutte le grandi multinazionali garantendo loro scaglioni di tassazione indecenti o se sia migliore un paese come il nostro che da sempre promette e promette senza mai riuscire a mantenere nulla.
Io non so se sia meglio riaprire le fabbriche, i negozi, i teatri o se sia opportuno permanere ancora in casa, chiusi come insicuri ricci spinosi; io non so se sia più importante la salute della comunità o il cammino della produzione e della vendita: quando leggo le cifre dei decessi mi dico che la salute viene prima di tutto, quando osservo le serrande chiuse, e ripenso al sorriso di quel gestore che mi allungava il pacchetto degli acquisti e che ora non sa se potrà riaprire, se riuscirà a pagare i debiti e i fornitori, se riuscirà ancora una volta a vivere con la dignità che merita, mi dico che la produzione è importante e che non se ne può fare a meno.
Sono tante le cose che non so e ne scopro sempre di nuove. Vorrei poter Parlare con Francesco e potergli chiedere quale forza interiore lo scopre capace di una sintesi di tale forza dirompente quando dice: ” …credevamo di poter vivere sani in un mondo malato”. Già, tutte le nostre certezze. Occorrerà farne un fascio e gettarle alle ortiche. E’ bastato l’incontro con un essere infinitamente piccolo per farci crollare, tutto attorno a noi, il muro fragile della nostra certezza.
Io non so se la ricorrenza della Pasqua, tra qualche giorno, sia lì a ricordare a tutti noi la fine di un uomo Dio nella sua forma mortale o la triste vicenda umana di uno delle migliaia di uomini palestinesi messi in croce dai conquistatori romani stanchi di un popolo locale che li stava facendo impazzire con le sue continue rivolte e insofferenze verso i momentanei dominatori del mondo di allora. Io non lo so. E forse invidio chi invece ha la certezza di saperlo: lui sa a chi rivolgersi nei momenti del bisogno. Io mi ritrovo da solo.
Non lo so. A volte mi sorprende l’acuto bisogno di normalità, il ritorno alle cose di sempre, a quei gesti compiuti quasi con noia e che ora mi mancano tanto, al trascorre silenzioso delle ore mentre “prima” guardavo con rabbia il passare troppo veloce del tempo sulle lancette dell’orologio. La normalità: poco fa elevavo i sogni all’essenza della vita e ora mi ritrovo a chiedere, a supplicare normalità. Ecco, in sintesi le mia certezze. Un altro dubbio mi sorprende: in molte città della vecchia Europa sono apparse scritte che mi fanno riflettere, a proposito di normalità: “Non torniamo alla normalità, perché la normalità è il problema”.
Non lo so. Ricco delle mie incertezze, della mia cosciente normalità, assediato dai dubbi di sempre, sento comunque il desiderio di augurare a tutti Voi una Pasqua serena, un pensiero libero e felice con quanti condividono assieme a Voi la vita di tutti i giorni e, una volta tanto, anche con quelli che non condividono le vostre certezze: loro ne hanno di altre specie.
Buona Pasqua
(Mauro Magnani)
So di non sapere…Buona Pasqua anche a te.