Roma. C’è un’Italia che riapre, poche attività, ma significative, che si aggiungono a quelle rimaste aperte da sempre come essenziali. Una pezza messa ad uno scivolone dei giorni scorsi quando si era dato il via libera ai Gratta e Vinci, tenendo invece chiuse le librerie. Il decreto in parte recupera la situazione, anche se inizia ad emergere con forza il malumore di interi settori produttivi. Anche tra i cittadini la situazione si sta facendo difficile, visto il prolungarsi fino al 3 maggio della “quarantena”.

D’altra parte non vi erano alternative, almeno così ha detto il Presidente del Consiglio, dichiarando che non si “può cedere proprio adesso, non possiamo rischiare una riaccelerazione dei contagi”, proprio nel momento in cui tutti gli indicatori ci dicono che siamo entrati in una fase di lenta, ma graduale discesa”.

In pratica il decreto 10 aprile proroga al 3 maggio tutte le misure individuate con i decreti precedenti, mentre aggiorna l’elenco della attività permesse con l’aggiunta delle librerie, cartolerie, lavanderie, tintorie, negozi di vestiti per bambini e neonati, industria del legno e dei prodotti di legno e sughero (escluso i mobili), fabbricazione di articoli in paglia e materiale da intreccio, studi professionali. Finito lo stop anche per gli alberghi che potranno riaprire dal 14 aprile.

Il testo del decreto>>>> Dpcm_10_aprile_2020

Il resto è rimandato dopo il 3 maggio, in base alle indicazioni del gruppo degli esperti e di una nuova task per la ripartenza guidata dall’ex numero uno di Vodafone Vittorio Colao. Salvo rivedere la data del 3 maggio se le condizioni lo permetteranno”. La ripresa delle attività avverrà, comunque, in maniera graduale con protocolli di sicurezza rigorosi, ai quali stanno già lavorando i tecnici integrando il protocollo già firmato con le parti sociali nelle settimane precedenti.

LA VIDEOCONFERENZA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE DEL 9 APRILE