Appena fuori dall’abitato la Natura si riprende spazio. Un paio di settimane di attività umane rallentate e succede l’incredibile.
A Tombazza un contadino ha addomesticato delle nutrie suonando l’ocarina: ogni giorno, verso il tramonto, si siede in riva al canale e loro arrivano ad ascoltare.
A Casa Cacciatori è comparso un branco di cervi; a Fasanina c’è chi giura di aver visto un orso. A Bidocchio pareva fosse comparso lo yeti, ma è arrivata una smentita ufficiale: in realtà era tale Egisto Panzacchi, che non si taglia barba e capelli da inizio quarantena. A parte la pippaculo di chi l’ha incrociato per caso, nessun danno.
Alla rotonda di Roslé ha fatto il nido una famiglia di dodo. Nella totale assenza di traffico, zampettano dondolanti in mezzo alla strada, si infilano nei giardini e con il becco stracciano i sacchi del rusco.
La zona è stata dichiarata in contemporanea parco nazionale, oasi ornitologica e sito archeologico, con tutte le perplessità del caso. Quando la situazione tornerà normale, dove transiteranno le auto dei residenti? È già nato un comitato di protesta: “Dodo va ban a cagher”.
Circola una foto, sui social locali, che fa discutere. Per quanto sfocata e mossa, sembra mostrare qualcosa di simile a un plesiosauro nuotare nel canale Emiliano-Romagnolo. È stato subito battezzato Bessie il mostro della Bassa, in omaggio a Nessie il mostro di Loch Ness, prima ancora che gli esperti si siano pronunciati.
Sarà autentica o uno scherzo, come il sommergibile giocattolo utilizzato per inscenare il cugino scozzese? Forse non lo sapremo mai, nemmeno a emergenza conclusa.
(Eugenio Saguatti)