L’emergenza Covid19 non ha fermato l’attività della “Cooperativa lavoratori cristiani” di Imola, che gestisce la storica mensa “prof.Sergio Buscaroli” conosciuta come “mensa Acli”. Sono però cambiate le modalità di svolgimento, in ottemperanza alle normative dettate dalle autorità nazionali e regionali. La sala ristorante e la sala mensa sono infatti chiuse al pubblico, ma il servizio per le persone indigenti, abituali ospiti della mensa, continua in modalità “produzione pasti e consegna a domicilio”, grazie al lavoro dei volontari della San Vincenzo de’ Paoli, dell’associazione don Orfeo Giacomelli onlus e della Caritas.
Dal 14 marzo scorso i pasti caldi prodotti espressi dalla cucina della struttura, anziché essere serviti a tavola, vengono confezionati in vaschette idonee a mantenere il calore e consegnati nella sede diocesana della Caritas, che provvede alla distribuzione dei sacchetti agli ospiti abituali della mensa e… a qualcuno nuovo. Non essendo possibile, date le circostanze, consentire alle persone di scegliere tra più pietanze, si è optato per un menù unico che, dovendo tenere conto delle esigenze di tutti, è preparato senza la presenza di carne di maiale. E’ tuttavia prevista (ma occorre che la cosa sia segnalata in anticipo) la possibilità di confezionare un menù apposito per chi ha particolari necessità di salute.
“Ringraziamo i volontari che ci permettono di portare avanti il servizio: tranne qualche anziano che per prudenza in questi giorni resta a casa, la maggior parte ha assicurato la sua presenza afferma Roberto Capucci, presidente coop Lavoratori Cristiani Imola -. Nei giorni scorsi abbiamo anche risposto al prefetto di Bologna, per comunicare in che termini portiamo avanti il nostro servizio e abbiamo ricevuto addirittura i suoi complimenti. Siamo contenti di renderci utili e siamo disponibili anche per altre esigenze. A questo proposito, siamo pronti ad offrire lo stesso servizio anche ai cittadini beneficiari dei buoni spesa distribuiti dal Comune di Imola. Purtroppo le modalità attuali di erogazione decise dal commissario Izzo hanno privilegiato l’erogazione di denaro nei conti correnti bancari dei possibili beneficiari, invece che dirottarli sul prenotare pasti in strutture convenzionate. Questa modalità, attualmente, taglia fuori ristoranti e mense come la nostra, perché non potendo fare accoglienza, abbiamo bisogno della prenotazione”.