Imola. La neonata realtà imolese “Stop 5G“, che ha già raccolto diverso appoggio sui social, ha impugnato carta e penna scrivendo a tutti i sindaci del circondario imolese. Il gruppo, frutto della sinergia tra le associazioni Legambiente Imola-Medicina, Cittadinanza Attiva Imola, Panda Imola e cittadini imolesi e del circondario interessati al tema, ha l’obiettivo di sensibilizzare sui possibili pericoli insiti in questa nuova tecnologia. Anche alla luce dei numerosi allarmi provenienti dal resto dell’Italia, anche durante la quarantena da Coronavirus.
“Quasi 200 Comuni si sono già mossi su questo argomento – chiosa l’associazione -. Inoltre l’Istituto Ramazzini di Bologna, l’Isde Italia (International society of doctors for the environment Italia) e il Consiglio d’Europa ritengono che i dati scientifici sulle Radio Frequenze (RF) non lascino dubbi sull’opportunità di adottare il Principio di precauzione”.

Quali sarebbero le precauzioni, e per quale motivo verrebbero consigliate dagli enti scientifici? Molto semplice. “Il rischio, in questa fase di conoscenza ancora limitata sui possibili effetti, è che la tecnologia 5G aumenti considerevolmente l’esposizione della popolazione a radiofrequenze potenzialmente nocive” (Stop 5G_Note con riferimenti a studi scientifici).

Dunque, facendo un sunto dei punti da discutere con gli amministratori dei Comuni che compongono il circondario, “Stop 5G” chiede un incontro con i sindaci il prima possibile. Anche tramite video-conferenza. E conclude sintetizzando i punti degni di urgente discussione:
• prendere tutte le misure necessarie sulla base del Principio di precauzione;
• non autorizzare l’installazione di ulteriori hot-spot che aumenterebbero significativamente
l’inquinamento elettromagnetico e, di conseguenza, i danni alla salute;
• adottare misure di cautela al fine di limitare l’esposizione della popolazione alle RF, riservando spazi
liberi soprattutto se destinati ai bambini (parchi pubblici, asili);
• completare l’installazione di reti cablate negli edifici pubblici in sostituzione delle reti wi-fi, favorendo gli istituti e plessi scolastici;
• sollecitare il Circondario imolese e la Città metropolitana, per quanto di loro competenza, ad adottare
misure simili di cablatura, sempre con particolare attenzione a istituti e plessi scolastici.

(Aris Alpi)